I progetti di Massaro su turismo e mobilità: «Qualità e modernità»
BELLUNO. Turismo, mobilità sostenibile, interventi sulla viabilità e sugli impianti sportivi, con un obiettivo costante: mantenere elevata la qualità della vita in città. È stata una giornata intensa quella trascorsa con Jacopo Massaro, il sindaco uscente e ricandidato al ballottaggio di domenica prossima. Con Massaro abbiamo visitato alcune zone della città dove, a quanto realizzato nei primi cinque anni, si affiancano i progetti per il prossimo mandato.
La giornata con il candidato Massaro inizia a Bolzano Bellunese all’azienda agrituristica “Alle soglie del Parco” dove ci accoglie Vally Casagrande: «Gli ospiti non mancano mai, abbiamo turisti italiani e molti stranieri e siamo felici perché i giudizi che ci lasciano sono sempre entusiasti», racconta Vally. Il suo agriturismo fa parte della rete di accoglienza diffusa. «Siamo all’ingresso del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi», spiega Massaro, «lungo l’Alta via n. 1 e vicini al Bus del Buson, valorizzato dalla rassegna Armonie. In questo momento è fermo perché c’è stato un crollo e ritengo che si debba intervenire urgentemente».
A poca distanza, a Tisoi, c’è l’azienda agricola Ai Zei: «Carla e Fabio», dice Massaro, «sono ottimi imprenditori agricoli. Fanno di tutto, anche prodotti cosmetici e lavorano con il Comune su due progetti: la creazione di una fattoria didattica per i ragazzi, e l’agricoltura sociale. Il Comune ha diversi terreni incolti, dove vogliamo inserire chi ha perso il lavoro ed è prossimo alla pensione, perché in questo modo avrà diritto ai contributi che mancano da pagare. Inoltre si valorizza la produzione locale, creando una filiera di prodotti tipici. Abbiamo contatti anche con il Consorzio del fagiolo di Lamon».
Tornando a valle si passa per Mussoi, facendo la nuova rotonda: «Sfruttando un finanziamento per la sicurezza stradale abbiamo ottenuto i fondi necessari dallo Stato per la rotonda (su progetto dell’Università La Sapienza di Roma) e il marciapiede di via Flli Rosselli. In futuro realizzeremo anche il marciapiede in zona Azzalini, doveva farlo un privato ma non è mai partito e lo farà il Comune».
La novità più rilevante arriva dalla Stazione: «Nodo importantissimo per il turismo e la mobilità. Con il Piano periferie», spiega Massaro, «abbiamo ottenuto il finanziamento per rifare il piazzale della Stazione con un concorso di idee gestito dalla Fondazione architettura, sistemando anche alcune criticità nell’area delle scuole Ricci e Tiziano». Massaro però vuole andare oltre: «A Belluno manca un ostello e questo è un grosso limite. Secondo noi l’edificio dismesso che si trova pochi metri a ovest della stazione sarebbe l’ideale. I privati interessati ci sono già. Il Comune farà da tramite con Rfi, per un ostello moderno sullo stile del Nord Europa». Nella stessa zona, cioè alle spalle di via Feltre, il Comune intende usare il sedime dismesso di Rfi per una pista ciclabile interna e più sicura dell’esistente, ciclabile che si allaccerà a quella che arriva a Santa Giustina (i tratti mancanti sono in appalto) e che rientra in un progetto fatto con Feltre», conclude Massaro.
A Cavarzano c’è villa Bizio: «Era una struttura per non autosufficienti benestanti, simbolo della spesa male indirizzata perché sottraeva risorse ai non abbienti. Non è un caso che avesse solo 10 ospiti su 40 posti, in provincia ci sono 21 strutture per autosufficienti con 677 posti, superiori alla richiesta. Inoltre non era a norma antincendio nè antisismica. Verrà abbattuta per costruire una struttura che opererà in ambito sociale».
Nel giro di poche centinaia di metri ci sono quelli che Jacopo Massaro definisce dei simboli. Partiamo dalla piscina: «Simbolo del risanamento», ricorda il candidato sindaco. «Quando ci siamo insediati nel 2012 abbiamo trovato la Nis fallita con un buco di 2,5 milioni di euro, Sportivamente Belluno con oltre 700 mila euro di debiti pronta al fallimento e il Teatro Comunale chiuso con 150 mila euro di debiti. Nel 2008 è stato sforato il patto di stabilità con conseguenze devastanti che subiremo per sempre. Lo Stato ha imposto come sanzione la riduzione della spesa corrente e quindi dei servizi e delle manutenzioni per 3,5 milioni all’anno. Inoltre il governo Monti, nei tagli, ha fissato come parametro il 2009, quando il sindaco Prade aveva tagliato dell’80% la spesa per le manifestazioni culturali, già tagliate dell’80% l’anno prima. Questo significa che il taglio è stato del 96%, che è diventato limite massimo per sempre per le manifestazioni cittadine e oggi possiamo lavorare con il 4% della cifra che aveva Prade nel 2008», dice Massaro. La piscina oggi ha estinto i debiti e produce utili: «È il simbolo del risanamento che abbiamo attuato anche nel bilancio del Comune e in Nevegal con i privati». Il Comune ha investito sul risparmio energetico, riducendo i costi di 50 mila euro all’anno, che scenderanno ancora con la cogenerazione e la messa in sicurezza dell’impianto elettrico approvata ieri. «È un punto di partenza. Ora che produce utili, la piscina può essere potenziata e si può investire anche sugli altri impianti sportivi».
Il parco di Lambioi, invece, è il simbolo del recupero: «Di come vogliamo restituire alla città le aree più degradate imprimendo una spinta alla qualità della vita. Questo parco è storia, ambiente e punto di incontro tra generazioni e non è finito».
A poca distanza c’è la ex Locanda: «È arrivato un finanziamento e un privato farà un b&b e un ristorante e verrà collegata con il parco di Lambioi», rivela Massaro. «Per noi il Piave arriva fino alle Fontane di Nogarè e a Ponte nelle Alpi. Abbiamo ottenuto un finanziamento per una pista ciclabile e abbiamo accolto la richiesta dei comitati civici per la valorizzazione dell’asta dell’Ardo con un parco d’ambito. Io immagino un unico parco da Ponte a Lambioi e a nord fino a Bolzano Bellunese».
A Borgo Piave c’è il murales realizzato dall’artista Marta Farina con i bambini delle scuole per coprire degli imbrattamenti e che ricorda gli zattieri: «È il simbolo del decoro riconquistato grazie al coinvolgimento del Comitato civico. È un modello che vogliamo esportare nelle altre frazioni».
Associazioni e cittadini protagonisti anche all’ex Caserma Piave, dove hanno trovato casa (e l’hanno praticamente già ristrutturata) 14 realtà. «Abbiamo vinto due bandi: uno per una start up giovanile che occuperà sei persone in una serigrafia, e uno per realizzare la cittadella del volontariato con tutti i servizi necessari. Per ottenere i fondi statali il Comune ha messo un cofinanziamento di 15 mila euro, ha asfaltato 20 metri di strada e avrà una palazzina riservata per chiunque la chieda».
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