I ragazzi del poligono contestano: «Prima di noi c’era vero degrado»
AGORDO. «Nessuno sa quello che abbiamo fatto noi per quel posto». La questione dell’ex poligono di Crostolin suscita dibattito anche fra i giovani che su Facebook rivendicano il ruolo avuto nel tempo per rendere più decoroso un posto che oggi, secondo i più, è invece piuttosto degradato.
È infatti un botta e risposta quello che alcuni giovani agordini affidano al social network dopo l’articolo apparso nei giorni scorsi sul Corriere delle Alpi. A loro giudizio, infatti, oggi si punterebbe il dito genericamente contro chi ha imbrattato di vernice le pareti, i pavimenti, le colonne dell’ex poligono e distrutto tabelloni e altri oggetti, senza dare merito a chi invece quel posto se lo sarebbe preso a cuore e ci avrebbe messo del suo per sistemarlo. «Dovevano andarci – scrive uno – quando veramente non andava nessuno e fare l’articolo per ringraziarci per quello che abbiamo fatto».
Che cosa sia stato fatto lo dice un giovane agordino che chiede di rimanere anonimo. Lo fa sia per mettere in luce l’opera di alcuni amici che secondo lui hanno agito in buona fede, sia perché contento che «ci si sia interessati a quell’edificio dimenticato da tutti» o quasi. «Nel 2009 – spiega – ricordo il vero degrado, ovvero la superficie interna coperta da macerie di ferraglia e mattoni, scaffali rotti, bottiglie varie. Subito dopo diversi ragazzi hanno pensato di usarlo come punto di ritrovo essendo completamente dimenticato e immerso nel verde: così hanno provveduto a rimuovere tutti i detriti depositandoli nella torretta di destra, impedendo anche l’accesso alla scala pericolante che aveva già causato diverse lesioni».
«Anni dopo – prosegue il giovane – altri ragazzi hanno pensato di usarlo come skate park nei giorni di pioggia e hanno ripulito ulteriormente. Infine, due anni fa, dopo la notizia della rimozione dello skate park, altri, con l’aiuto di una signora e dei suoi figli residenti nei pressi del luogo, di tasca loro hanno rimosso spazzatura dalla torretta di sinistra pari a sette cassoni pieni di un’Ape, hanno portato due divani e un tavolino, una ringhiera per lo skateboard e regolarmente lo utilizzavano come ritrovo al pomeriggio. Ho visto però con sconforto che da circa un anno è frequentato da altre persone che sporcano e danneggiano la struttura».
Secondo il suo ricordo, che si basa anche sull’interpretazione delle scritte, i primi vandalismi risalirebbero addirittura alla fine degli anni Novanta. «I disegni esterni – continua – mi pare siano comparsi una decina di anni fa, mentre quelli meglio eseguiti sembrano essere stati realizzati da villeggianti nel 2008. Per quanto riguarda i bersagli, presumo siano stati le prime vittime di distruzione. I ragazzi si sono limitati a stiparli nella torre di destra».
Gianni Santomaso
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi