I ragazzi dell’Agrario riscoprono la filiera della pecora di Lamon

Gli studenti hanno seguito tutta la lavorazione dall’allevamento fino alla realizzazione di un cappello Dopo la tosatura il vello è stato portato ad un centro di conferimento a Biella e poi lavorato

LAMON. Dall’allevamento delle pecore di razza Lamon, alla tosatura, al conferimento a un centro di lavorazione a Biella, alla preparazione della lana da vendere per imbottiture, fino alla realizzazione di un piccolo manufatto.

È l'esperienza vissuta dagli studenti della classe seconda B professionale dell'Agraria, che hanno partecipato a un laboratorio con la lana delle pecore di razza Lamon a conclusione del progetto “Start-up di impresa per la lavorazione della lana nelle Prealpi e Dolomiti bellunesi: nuovo modelli imprenditoriali”, organizzato dal Centro consorzi di Sedico con il finanziamento della Regione e tra i partner proprio l'istituto Della Lucia.

Mentre sull'altopiano lamonese va avanti il progetto di conservazione della razza, che è ad alto rischio estinzione, gli alunni hanno potuto realizzare con le proprie mani e fantasia dei cappelli con lane autoctone (razza Lamon, ma anche Alpagota). A livello didattico, i giovani hanno potuto conoscere e approfondire, oltre che partecipare direttamente alla filiera della lana. E a conclusione del percorso, l'auspicio degli insegnanti è che «qualcuno dei ragazzi in futuro decida di dedicarsi a tale settore e avviare un’azienda per la lavorazione della lana».

Delle quattro razze ovine autoctone venete, due sono presenti in provincia di Belluno, ma se la pecora dell'Alpago conta circa 3 mila capi, quella di Lamon oggi ne presenta più o meno 300, iscritti al registro anagrafico. Entrambe sono oggetto di recupero (biodiversità allevata) e sono al centro di iniziative di valorizzazione dei loro prodotti (carne e lana). La prima ha visto l'impegno della Comunità montana dell'Alpago prima e della Fardjma poi, mentre la seconda della Comunità montana feltrina, di Veneto agricoltura insieme al Dipartimento di scienze animali dell'università di Padova, della scuola Agraria di Vellai, dell'istituto zooprofilattico delle Venezie e di professionisti appassionati. Oltre al ruolo attivo dell'amministrazione comunale lamonese guidata da Vania Malacarne, che ha avviato anche una collaborazione transfrontaliera con il Trentino. A livello scolastico, è stato organizzato un laboratorio con la lana rivolto agli studenti di una classe seconda. Come docente è stata coinvolta Fanny Sànchez (preparata nel settore laniero), coadiuvata dall'insegnante Serena Turrin.

Due sono state le giornate impiegate per la creazione di un cappello personalizzato (pastorello) in lana cotta (infeltrimento con acqua e sapone) per ogni studente (ci hanno lavorato due gruppi di dodici ragazzi). L'esperienza è stata realizzata con la collaborazione del Centro consorzi di Sedico, che ha realizzato in tempi brevissimi il materiale in legno indispensabile per l'infeltrimento.

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