"I ricorsi sono infondati". L’ex vigile perde le cause

Per il giudice del tribunale di Belluno i ricorsi dell’ex dipendente della Municipale sono infondati: infondato quello con cui Igor Vivian chiedeva 130mila euro di risarcimento al Comune per la caduta causa pavimento bagnato; infondato anche il secondo ricorso con cui lo stesso vigile chiedeva l’annullamento di una sanzione disciplinare
Il tribunale di Belluno
Il tribunale di Belluno

LONGARONE. Bocciature su tutti i fronti per il vigile urbano che chiedeva i danni al Comune in seguito a un infortunio sul lavoro.

Per il giudice del tribunale di Belluno Anna Travia, i ricorsi dell’ex dipendente della Municipale sono infondati: infondato quello con cui Igor Vivian chiedeva 130mila euro di risarcimento al Comune per la caduta causa pavimento bagnato; infondato anche il secondo ricorso con cui lo stesso vigile chiedeva l’annullamento di una sanzione disciplinare comminatagli dal Comune e parallelamente alla quale chiedeva anche i danni biologici in riferimento al mancato riconoscimento della giusta causa di licenziamento.

La seconda sentenza del giudice del lavoro Travia, c’è stata il 10 febbraio scorso, sulla richiesta di riconoscimento del danno biologico in seguito alla sanzione comminata dal Comune: il giudice ha deciso in forza di una decisione che fu assunta dal vigile stesso che presentò le sue dimissioni interrompendo il rapporto di lavoro col Comune, dunque non essendo licenziato. Dimissioni presentate ancora il 1 dicembre del 2009.

Secondo il giudice, la decisione di lasciare il posto di lavoro volontariamente, fa cessare l’«interesse» (stabilito dalla Cassazione come fondante) ad agire in giudizio perchè sia affermata l’illegittimità della sanzione disciplinare, sanzione che il Comune comminò al Vivian quando era ancora in essere il rapporto di lavoro ma che non eseguì mai in quanto il vigile manifestò la volontà di interrompere il rapporto di lavoro.

Vivian (assistito dagli avvocati Simone Zorzi, Luca Di Pangrazio e Andrea Allegro), s’era visto già bocciare il primo ricorso con il quale chiedeva un risarcimento di 130mila euro per l’infortunio subito sul luogo di lavoro: cadde sul pavimento bagnato e si fece male.

Ora secondo il giudice del lavoro non è fondato neanche il ricorso con il quale chiedeva l’illegittimità della sanzione subita, ma mai applicata dal Comune (assistito nelle cause dall’avvocato Maurizio Paniz) in quanto il vigile si licenziò nel frattempo.

In sostanza, il giudice Travia ritiene che «il rapporto di lavoro si è estinto e l’accertamento della illegittimità della sanzione non consentirebbe alcun risultato utile e giuridicamente rilevante poichè nessun effetto tale pronuncia produrrebbe sul rapporto di lavoro (e dunque anche sulla retribuzione)»: questo perchè il rapporto di lavoro risulta già chiuso e per volontà dello stesso vigile. Quindi «la domanda di risarcimento dei danni patiti per il “mancato riconoscimento della giusta causa del licenziamento” risulta infondata». Così per quella di risarcimento. (cri.co.)

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