I sappadini con la bandiera al raduno dei friulani

Delegazione a Gradisca alla “Fieste de Patrie” con il vessillo dei patriarchi. Mauro: «Il ritorno alla madrepatria sarà questione di mesi e non di anni»

SAPPADA. Oggi la bandiera di guerra del Friuli, quella brandita dai Patriarchi di Aquileia per le loro missioni non proprio pacifiche, e che è stata donata l’altro ieri al sindaco di Sappada, Manuel Piller Hoffer e al Comitato referendario, sarà riportata in Friuli, precisamente a Gradisca, dove una numerosa delegazione di Plodn parteciperà alla tradizionale “Fieste de Patrie”.

«Quella bandiera noi la brandiremo convinti che il ritorno alla madre patria sarà questione di mesi, non certo di decenni», anticipa Alessandro Mauro, del Comitato dei referendari.

Raffaela Bellot, senatrice feltrina del movimento Fare, ha già assicurato che proverà a riportare il voto su Sappada nell’aula di Palazzo Madama, ad ogni conferenza dei capigruppo perché lo reinseriscano all’ordine del giorno. Alternative non ce ne sono, secondo Bellot.

«Voglio condividere le riflessioni del sindaco di Sappada Mauro Piller Hoffer che ricorda, a tutti quelli che si son fatti cogliere dalla visione romantica di una provincia bellunese che rischia di perder pezzi, e che invocano l’unità come valore assoluto e risolutore, che in 8 anni non c’è stata alcuna iniziativa che abbia provato a portare risposte al disagio della montagna, di tutta la montagna».

«E ora», prosegue Bellot, «rischiamo anche di vedere scatenarsi una guerra attorno ai Fondi di confine, ma anche qui continuiamo ad assistere a splendidi esercizi di “politica dello struzzo”. Dove sono le risposte coraggiose? Dove sono i voti coerenti con le parole facilmente proclamate? Si palesino. Sappada attende una risposta, e con Sappada molti altri comuni referendari».

Dal canto suo, Matteo Toscani, ex vicepresidente del consiglio regionale, oggi esponente di Fare e a suo tempo relatore della mozione su Sappada nella stessa assemblea veneta, sollecita a non lasciar cadere la provocazione di Debora Serracchiani ai Bellunesi perché si aggreghino al Friuli.

«Ho trovato interessante, anche se espressa da un’importante esponente del partito che sostiene il governo e quindi in palese contraddizione con l’operato di quest’ultimo, la proposta provocazione di annessione della provincia di Belluno al Friuli Venezia Giulia. Non che gli amici della Carnia siano particolarmente soddisfatti delle politiche regionali per la montagna ma almeno, per una volta, a differenza dei confinanti ad ovest, c’è qualcuno che ci invita ad aggregarci».

La sollecitazione di Serracchiani, per MatteoToscani, poteva essere uno stimolo per la nostra Regione ad applicare previsioni statutarie e di legge su Belluno, ma da questo punto di vista il silenzio assordante dai Palazzi Balbi e Piloni sembra continuare.

Francesco Dal Mas

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi