I segreti del successo? «È una disciplina che dona benessere»
BELLUNO. Lo sci di fondo? Piace. E i praticanti sono in aumento. Lo dicono i dati presentati all'ultima edizione di Modena Skipass al convegno dell'Associazione maestri sci italiani. Lo conferma Giuseppe Piller Cottrer, responsabile tecnico della Federazione italiana sport invernali delle attività formative per l'insegnamento dello sci di fondo. Un osservatorio privilegiato il suo perché, oltre che essere maestro e istruttore, è anche titolare di un negozio di abbigliamento e articoli sportivi a Sappada.
«Dopo qualche anno caratterizzato da situazioni altalenanti, i praticanti dello sci di fondo sono tornati a crescere» esordisce Piller Cottrer. «La crescita nelle ultime due stagioni si può quantificare in un più 3,7 per cento. I praticanti complessivi in Italia superano quota 300mila. Un dato incoraggiante. Dal quale vale la pena partire per lavorare sul futuro, per dare forma a delle progettualità a 360 gradi: dall'agonismo al benessere, dagli eventi alla valorizzazione dei territori».
Come spiega questa crescita?
«I fattori sono molteplici. Uno è l'accessibilità: lo sci di fondo lo possono praticare tutti: dai bambini agli anziani, senza correre rischi legati alla velocità. L'accessibilità è anche legata ai costi che non sono per nulla proibitivi. Un altro fattore è la versatilità: lo sci di fondo è una disciplina che può essere intesa come agonismo puro, ma che al contempo può essere interpretata in diversi modi: attività di transizione verso la primavera per chi pratica altri sport come la corsa o il ciclismo; escursionismo; opportunità di contatto con la natura; fitness».
Nell'immaginario collettivo lo sci di fondo è associato alla fatica...
«In effetti per molte persone lo sci di fondo è ancora sinonimo di fatica e di allenamento impegnativo. Ma la tendenza, soprattutto all'estero, sta cambiando: gli sci stretti sono visti come occasione per mantenere o acquisire la forma e le piste come una sorta di palestra all'aperto. Mi piace sottolineare come in molte nazioni europee lo sci di fondo venga insegnato anche nelle scuole. Ecco, una cosa sulla quale in Italia bisognerebbe lavorare è proprio l'immagine: offrire dello sci di fondo un'immagine più moderna, divertente, meno legata allo stereotipo della fatica solitaria. Lo sci di fondo è bello da praticare anche in compagnia. E non è in concorrenza con lo sci alpino: sono diversi i praticanti che, nei periodi di vacanza o nei fine settimana, mezza giornata la dedicano all'alpino e l'altra mezza al fondo. Anche questo è un dato interessante sul quale lavorare in prospettiva».
Perché lo consiglierebbe?
«I motivi sono tanti. Lo consiglierei a un bambino, ad esempio, perché con questo sport può fare le sue prime esperienze di scivolamento. A un ragazzo perché può imparare tantissimi movimenti di coordinazione ed equilibrio. A un adolescente perché può sviluppare la propria muscolatura e adottare una postura corretta. Alle persone di età avanzata perché lo sci di fondo offre la possibilità di movimento in sicurezza. E a chi vuol dimagrire perché ti permette di consumare mediamente 800 chilocalorie all'ora. Sono convinto che lo sci di fondo in futuro ha delle notevoli potenzialità. Sono inoltre dell'opinione che la strategia migliore per concretizzarle sia quella di posizionarlo e promuoverlo come sport del benessere».(i.t.)
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