I serrai di Sottoguda vogliono la «medaglia»

Si vuole valorizzare questo gioiello naturalistico nelle Dolomiti bellunesi Il Comune di Rocca Pietore lo ha candidato a entrare tra i Borghi d’Italia
Di Lorenzo Soratroi

Il Comune di Rocca Pietore ha candidato la frazione di Sottoguda insieme a quella vicina de Le Palue ad entrare nel "club" dei borghi più belli d'Italia. L'iniziativa, nelle intenzioni dell'amministrazione, punta a valorizzare e promuovere turisticamente la contrada che più delle altre sul territorio comunale ha mantenuto le caratteristiche e la tipicità del paese di montagna.

È solo passando per la via principale che porta ai Serrai, con le antiche fucine, qui chiamate "fosine" dove i mastri fabbri tramandano l'antica arte dei ferri battuti, le diverse attività ricettive, bar, una pizzeria ed un negozio di alimentari, che Sottoguda presenta il suo volto più "turistico".

Ma basta inoltrarsi tra gli antichi fienili ben conservati, le cataste di legna trasformate in veri e propri quadri e sculture, gli angoli tra case, ballatoi e piccoli giardini che i pochi abitanti rimasti curano ed abbelliscono con fantasia, per scoprire un paese dove il tempo sembra essersi fermato.

Sottoguda, "Staguda" nella parlata locale, sorge a 1250 metri ed è la "porta" verso i famosi Serrai, la profonda forra scavata nei millenni dal torrente Pettorina dal quale prende anche il nome la valle, che si apre poi sulla piana di Malga Ciapela al cospetto della Regina: la Marmolada.

Il nome deriva da "sot la Guda", (sotto la Guda) ovvero il "Piz de Guda" (2132 mt.), cima poco nota che sovrasta la frazione ed i Serrai, da dove si gode però di un panorama unico sulla Marmolada, in particolare il Vallone di Antermoia, la Punta Serauta e la sottostante Val Pettorina. Le notizie storiche sulle sue origini sono piuttosto scarne. Si sa che fino al 1800 tutte le case erano costruite in legno. Sottoguda era quindi solamente un borgo molto povero, abitato da semplici contadini.

Come spesso accadeva, nel 1881, un pauroso incendio lo distrusse completamente. Si salvò, forse perché era l'unico edificio in muratura, solo la chiesetta che si trova in quella che si può definire la piazza principale del paese. Il piccolo edificio sacro fu costruito nel 1486 a seguito di un voto fatto dagli abitanti di Sottoguda e Laste, per essere salvati dalla peste che dilagava nelle vallate vicine. Nel 1904 alle due campane già esistenti se ne aggiunse una terza e nel 1922 venne rifatto il campanile sulla base di quello già preesistente.

Sulla facciata esterna della chiesa, nelle due nicchie, poste lateralmente all'ingresso sono collocate due antiche statue dei santi Rocco e Fabiano alle quali è dedicata. Fino agli anni '70 il paese era attraversato dalla strada che porta al Passo Fedaia. Poi con la costruzione della funivia della Marmolada e ed il conseguente aumento del traffico, soprattutto turistico, venne costruita l'attuale arteria che bypassa il paese e scavalca i Serrai con un ponte altro 100 metri.

La vecchi arteria che passava anche per i Serrai rimase ancora percorribile per i veicoli a senso unico (salendo) fino agli inizi degli anni '90, quando fu chiusa e resa pedonabile. Arrivando dall'Agordino, la prima tappa obbligatoria non può che essere nella contigua frazione di Pian, ormai un tutt'uno senza soluzione di continuità con Sottoguda, dove sulla strada che porta al Passo Fedaia si affacciano le botteghe dei ferri battuti. Un'arte secolare, custodita gelosamente ormai da pochi artigiani i quali, accanto ai fornitissimi negozi con lampadari, riproduzioni di animali, (alcuni a grandezza naturale), elfi e suppellettili a non finire in ferro, hanno ancora la "fosina" annerita dal fumo e dal tempo, dove creano i loro capolavori. Nella piazzetta di fronte alla chiesetta si trova l'ufficio turistico, che occupa quelle che una volta erano le scuole elementari del paese, dedicate a Carlo Delcorix, ufficiale dell'esercito italiano ed eroe della Prima Guerra Mondiale. L'ufficio è ricavato in una tipica "stua" in legno. Al piano superiore è allestita invece una mostra multimediale permanente sulla Grande Guerra, realizzata con un progetto Interreg. Da alcuni anni la manifestazione "Na sera da zacan" anima le serate estive tra luglio ed agosto. Il centro del paese viene chiuso al traffico per lasciare spazio a dimostrazioni di vecchi lavori come l'intaglio del legno, la battitura del ferro e la filatura della lana, artigiani, musicisti e stand gastronomici.

Le caratteristiche richiesteper diventare un Borgo d’Italia sono ben precise. Tra queste una ricettività già presente. I comuni o le frazioni candidate poi non devono avere più di 2 mila abitanti ma nel contempo annoverare un ricco patrimonio architettonico e o naturale. Gli edifici storici devono prevalere sull'insieme della massa costruita e dar luogo ad un complesso esteticamente omogeneo. Oltre a questo deve offrire qualità urbanistica, accessi al borgo, possibilità di percorsi diversi all'interno del Borgo, presenza di elementi decorativi simbolici come frontoni, insegne, stucchi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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