I sindacati chiedono più risorse per l’Usl 1
BELLUNO. «Per l’Usl 1 Dolomiti servono maggiori risorse per garantire i livelli essenziali di assistenza. Chiediamo, quindi, che il riparto 2017 venga diviso tra tutte le aziende sanitarie, tenendo in considerazione le peculiarità e le difficoltà del nostro territorio che, avendo scarsa popolazione, rischia di essere penalizzato». A chiederlo sono i segretari del sindacato dei pensionati della Cgil Renato Bressan e della Cisl Raffaella Cont e quelli delle camere confederali Mauro De Carli e Rudy Roffarè. I quali, ieri, hanno inviato, unitariamente, una lettera al consigliere veneto Franco Gidoni, unico rappresentante bellunese in Quinta commissione regionale, quella che si occupa di sanità.
Il problema nasce dai minori trasferimenti previsti a livello statale, che vanno a compromettere il bilancio dell’azienda sanitaria bellunese che ha già dichiarato, nel conto economico preventivo 2017, un deficit di 33 milioni di euro. Una somma mai vista prima d’ora.
«La questione», anticipa Renato Bressan, «è che lo Stato ha intenzione di portare il fondo sanitario da 115 miliardi complessivi per tutta l’Italia a 114 miliardi e a questo si aggiungono le riduzioni anche per i Livelli essenziali di assistenza. Alla fine avremo circa due miliardi di euro in meno a livello nazionale per la sanità».
Il riparto regionale viene fatto, tra le altre cose, anche tenendo conto di alcuni parametri; tra questi anche quello della popolazione. E il Bellunese, per la vistosa riduzione di nascite, rischierebbe di essere sfavorito. «Ma questo non possiamo permetterlo», conclude Bressan, «perché vorrebbe dire avere milioni di euro in meno, a fronte di bisogni che vanno aumentando con l’incremento dell’età media dei cittadini. Per questo abbiamo chiesto al consigliere Gidoni di farsi interprete dei nostri bisogni: lui potrà, a sua volta, contare sul nostro sostegno».
«Stiamo seguendo con una certa preoccupazione le evoluzioni sui trasferimenti legati al finanziamento delle Usl del Veneto. Ci riferiamo, in particolare, al bilancio di previsione dell’Usl 1 Dolomiti dal quale si evince una riduzione consistente dei trasferimenti regionali fino a produrre un deficit di esercizio di oltre 33 milioni di euro», si legge nella missiva. Che prosegue evidenziando come «la direzione generale, nell’approntare il bilancio previsionale, ha già stabilito una riduzione dei costi legati in particolare agli acquisti sui servizi sanitari relativi alla farmaceutica, medicina di base, ospedalieri, specialistica ambulatoriale, riabilitativa, oltre al tentativo di vendita di una parte del patrimonio immobiliare. Come già detto anche col dg Rasi Caldogno sappiamo che tutte le stime sin qui fatte, rispetto ai trasferimenti, hanno natura prudenziale». A questo punto «ci pare opportuno sostenere l’azione di Gidoni per far giungere trasferimenti adeguati al mantenimento di un’offerta socio-sanitaria che consenta un livello efficiente ed efficace dei servizi socio-sanitari a favore delle nostre popolazioni».
Paola Dall’Anese
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