I sindaci all’Usl 1: «Manteniamo i servizi delle Utap»
BELLUNO. I sindaci del Longaronese-Zoldano scrivono all’Usl 1 per chiedere il mantenimento delle Utap e dei servizi ad esse collegati. Il documento è giunto nei giorni scorsi in via Feltre successivamente all’incontro che i vertici dei servizi sociali dell’azienda sanitaria hanno avuto con i medici di base coinvolti nelle Utap in cui è stato illustrato il nuovo sistema delle medicine di gruppo integrato.
I primi cittadini del comprensorio precisano che con quella lettera «volevamo sottolineare il buon lavoro svolto finora delle Utap, anche in considerazione delle situazioni ambientali che viviamo nelle nostre valli, dove ci sono molti anziani e difficoltà di spostamento per i medici. La nostra comunità è soddisfatta dell’operato dell’Utap, e non vorremo che alcuni progetti avviati venissero ridotti con questo nuovo sistema», dice Camillo De Pellegrin.
«Nessun servizio sarà tolto dai territori», dichiara il direttore dei servizi sociali, Carlo Stecchini che annuncia come nel giro di qualche giorno saranno firmate le convenzioni per l’avvio delle due medicine di gruppo integrate nei territori dove oggi operano le Utap vale a dire il Longaronese-Zoldano e il Comelico. «Non solo i servizi non saranno tolti», prosegue Stecchini, «ma verranno aumentati anche i budget: infatti ogni medico avrà a disposizione 10.10 euro in più per ogni assistito, somma che servirà anche per pagare l’arrivo di una segretaria e dell’infermiera. Per il paziente ci saranno, quindi, maggiori prestazioni a cominciare dal fatto che gli ambulatori rimarranno aperti dalle 8 alle 20 e nelle due ore della pausa pranzo si potrà trovare sempre qualcuno».
E a proposito di ambulatorio, se le sedi delle medicine di gruppo integrate rimarranno dove sono adesso ospitate le Utap, «gli ambulatori dei singoli medici sparsi sul territorio non saranno chiusi, per garantire la capillarità del servizio ai cittadini in un territorio con le peculiarità e le difficoltà che tutti conosciamo», continua il direttore dei servizi sociali.
«Tutto rimarrà come prima. Capisco la resistenza dei cittadini e anche dei medici di fronte alle novità, ma quando si inizierà ad operare secondo quanto imposto non solo dalla Regione, ma anche dal Patto nazionale per la salute che istituisce le medicine integrate di gruppo, tutti saranno contenti, vedendo i risultati. Ci piacerebbe che questo venisse percepito anche in aree, come quella Agordina che dall’incontro che abbiamo fatto ci è parsa scettica su questo fronte e per questo attendiamo di confrontarci con loro al più presto anche perché il progetto prosegue», conclude Stecchini. (p.d.a.)
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