I sindaci del Comelico: «Chiusure giuste: così abbiamo limitato i troppi contagi»
COMELICO SUPERIORE
«La strada segnata dal Comelico è quella giusta». Parola di Luca Zaia. Nella conferenza stampa di ieri mattina, il presidente della Regione Veneto, nell’ambito di un ragionamento ampio sulle prospettive della lotta al Covid-19 in questi giorni di recrudescenza autunnale, ha infatti detto esplicitamente fra l’altro: «Al momento non vedo l’opportunità di fare ulteriori provvedimenti restrittivi, se non incentivare il controllo contro i negazionisti della mascherina. Sì ai mini lockdown, in Comelico ha funzionato».
«Sono parole che fanno piacere», commenta Marco Staunovo Polacco, sindaco di Comelico Superiore, «e che confermano la correttezza della nostra reazione al presentarsi dei casi di positività. Una reazione, la nostra, tengo a precisarlo, pacata e consapevole nella gran parte della popolazione. Il problema della crescita dei casi di positività è chiaro: noi abbiamo adottato misure ragionevoli una quindicina di giorni fa, e adesso ci aspettiamo la conferma da parte dei numeri».
Come vi siete mossi?
«Due settimane fa, in accordo con la Prefettura, abbiamo deciso qualche limitazione aggiuntiva rispetto alle norme previste dal Dcpm e dalle ordinanze regionali, ovvero l’obbligatorietà di tenere la mascherina anche all’aperto e la chiusura dei locali pubblici anticipata alle 22, per diminuire la possibilità di contagi in ore in cui i controlli sono più difficili. Provvedimenti che adesso sono stati ripresi anche a livello nazionale».
Insomma, avete anticipato i tempi, segnato la strada.
«Possiamo dire anche così».
Com’è adesso la situazione nel suo Comune?
«Abbiamo una ventina di positivi, peraltro nessuno con sintomi gravi, e una trentina di persone in isolamento fiduciario. La situazione non è allarmante, ma da monitorare, anche perché, dopo i provvedimenti di due settimane fa, che restano ovviamente in vigore con il nuovo Dpcm, ci aspettiamo un periodo di mantenimento e un calo dei numeri nel giro di due settimane. Sottolineo che abbiamo voluto adottare da subito provvedimenti più stringenti, così da sanare la situazione per tempo, ben prima dell’avvio della stagione invernale, che per l’economia del nostro territorio è particolarmente importante. E vogliamo arrivarci nel migliore dei modi».
Come si spiega questo numero di positivi in Comelico?
«Nel modo più semplice e razionale: l’onda dei contagi sta crescendo in tutta Italia, tanto da toccare numeri simili, adesso, a quelli della primavera, anche se con un numero di tamponi effettuati notevolmente superiore e un numero di pazienti gravi e di ricoveri notevolmente inferiore, per fortuna. Da noi in Comelico questa seconda ondata è semplicemente arrivata in anticipo. Non è questione di territorio, ma di tempi, tant’è che i numeri adesso stanno crescendo dappertutto. C’è poi un secondo aspetto da evidenziare: la prima ondata, quella di primavera, in Comelico è passata quasi senza contagi, con numeri piccolissimi, quindi i casi di oggi, paragonati a quelli di allora, destano maggiore sensazione. La differenza, insomma, fa scalpore, ma sta all’interno del quadro nazionale».
Dal canto suo il sindaco di San Pietro di Cadore spiega che il lockdown nel Comelico «non è stato e non è facile, ma si è trattato di un piccolo sacrificio in più, necessario per preservare al meglio il nostro territorio da ulteriori contagi. Adesso si tratta di ripartire e di garantire sicurezza per la stagione invernale che per noi significa moltissimo dal punto di vista economico».—
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