I sindaci: «Giù le mani dalla rete di emergenza»
BELLUNO. «Trovo assurdo non far partire l’orario prolungato come negli ultimi due anni, a fronte di un risparmio di 140 mila euro sulla pelle dei cittadini. Non mi piace la falce del dottor Martello sul nostro elisoccorso».
Dura la reazione dei sindaci delle vallate cadorina e agordina alla notizia del taglio del volo prolungato dell’elisoccorso. Prima fra tutti quella del sindaco di Calalzo, Luca De Carlo. «Per chi ragiona in termini di salute e non di sanità, la gestione dell’emergenza è fondamentale. Per questo mi auguro che il servizio con l’elicottero da parte del Suem venga mantenuto dalle 6 alle 21 e non limitato alle 18. Perché se effettivamente la riduzione comporterà un risparmio, questo sarà come al solito sulla pelle dei bellunesi e dei turisti. Per di più ci viene tagliato l’orario dicendo che le risorse risparmiate saranno investite sull’emergenza, senza specificare però come e dove». De Carlo poi precisa che questa decisione andrà «a svantaggio di un territorio dove proprio in queste settimane inizia la stagione turistica estiva e non può restare sguarnito di un presidio così importante come l’elicottero del Suem in orario serale. I 140.000 euro che si risparmierebbero con la riduzione oraria sono di fatto il costo di un dirigente: proprio per questo nessuno si azzardi a chiedere ai Comuni una partecipazione di spesa, o mi arrabbio davvero».
«È così che si tutelano la rete di urgenza-emergenza, la popolazione bellunese e i turisti?», si chiede anche il vicesindaco di Agordo, Sisto Da Roit. «Qui si taglia sulla pelle della gente e mentre si razionalizza la rete ospedaliera e dei servizi territoriali, ci dicono che potenziano i servizi di urgenza-emergenza, potenziamento che tra l’altro è previsto nel Piano socio sanitario regionale. Come dico da tempo in realtà si stanno progressivamente riducendo i servizi. Qui si rischia di tornare indietro e questo sarebbe deleterio non solo per i turisti ma prima di tutto ai nostri cittadini che in questo territorio abitano 365 giorni all’anno».
A suffragare l’opinione dei sindaci ci sono i dati del Soccorso alpino che il delegato provinciale Fabio Bristot ha inviato ieri alla direzione strategica dell’Usl chiedendo il ripristino del volo prolungato. «Il maggior numero dei soccorsi (56,8%) avviene nelle fasce orarie 13.30-21, mentre la fascia 6-9 rappresenta valori più modesti (2,39%)», precisa Bristot che aggiunge: «C’è quindi una necessità che la nostra provincia continui a disporre per il periodo estivo di un servizio di elisoccorso a tempo prolungato, perché si tratta di un servizio basilare e ineliminabile per tutelare la collettività. Si tratta di un servizio salvavita», procede Britost, «che non tollera di essere ridimensionato. Inoltre si rischia di mettere a repentaglio anche il personale del soccorso alpino che ha già dato tanto in termini di vite umane».
«Ritenere di invertire questo trend di buona sanità perché ora decolla l’elicottero di Treviso per arrivare sull’Antelao in 24-27’ o perché arriva l’elicottero di Bolzano ad Agordo, equivale portare indietro di almeno due decenni le lancette dell’orologio E non si dimentichi che i tempi di intervento sono fondamentali per vanificare lo stesso concetto di elisoccorso. Per la prima volta dopo 25 anni di elisoccorso, quest’anno vi sarà un servizio monco». E Cnsas coi sindaci lanciano l’appello: «Chiediamo che venga ripristinato il volo prolungato magari chiedendo una compartecipazione alle spese alle Usl di Treviso e a Feltre».
Paola Dall’Anese
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