I sindaci infuriati «Adesso basta non ne possiamo più»
SEDICO. «Adesso basta». Ai boati generati dai caccia segue il coro di proteste degli amministratori della Valbelluna. Che non ne possono più di ricevere le lamentele dei loro cittadini.
«Capiamoci, non ci dà fastidio che le persone vengano a lamentarsi per il rumore incredibile che fanno questi aerei quando sorvolano la valle», precisa il sindaco di Lentiai, Armando Vello, «ma non se ne può più. Stamattina c'è stato un rumore che sembrava un terremoto. Io ero a Sedico e hanno perfino tremato i vetri dell'edificio in cui mi trovavo. Andassero a casa loro a fare le esercitazioni, si allenassero dove ci sono le basi militari. Noi qui in Valbelluna non ne vogliamo più sapere». Punta il dito contro l'inquinamento acustico (e non solo), Vello, che sul tema è sempre stato un sindaco molto attivo.
Ma anche in destra Piave i boati hanno fatto saltare i nervi. «Ne ho abbastanza piene le scatole di questi continui sorvoli sopra le nostre teste», dice il sindaco di Sedico, Stefano Deon. «L'anno scorso come Unione montana era stata mandata una lettera al ministero della Difesa, con la quale segnalavamo la nostra preoccupazione e chiedevamo di limitare le esercitazioni. Non è servita a nulla. Non veniamo nemmeno avvertiti quando è in programma un sorvolo a bassa quota».
A Sedico ieri mattina c'era tanta curiosità ma non preoccupazione riguardo i boati. Nessuna scuola o edificio pubblico è stato evacuato, perché la terra non ha tremato e si è immaginato praticamente subito cosa li avesse generati. Anche a Sospirolo la situazione è rimasta tranquilla, ma il sindaco è stizzito: «Il problema è che continuano a girare sopra le nostre teste», dice Mario De Bon. «E a cosa serve poi fare un'esercitazione in una giornata limpida e soleggiata?».
«A quell’ora ero a Belluno per lavoro», spiega il vicesindaco di San Gregorio nelle Alpi, Guglielmo Giazzon, «ma quando sono tornato a casa mia moglie mi ha riferito di aver sentito un botto molto forte, uno solo, “sembrava una bomba”, e di aver pensato ad un aereo. Come Comune non avevamo partecipato alla protesta di altre amministrazioni ma personalmente ritengo che la preoccupazione sia corretta. Questi boati disturbano gli animali e spaventano le persone. È giusto limitare queste cose». Anche Santa Giustina non aveva fatto parte della protesta contro le esercitazioni, ma «da parte nostra c’è senz’altro solidarietà con l’azione degli altri sindaci», spiega Ennio Vigne. «Anche da noi il fenomeno è stato sentito bene e ha creato un po’ di allarme perché era difficile capire da dove provenisse. È tutto da capire quale sia l’utilità di queste esercitazioni e se siano compatibili con la tutela ambientale. Se non sbaglio, poi, paradossalmente si vieta agli ultraleggeri di sorvolare il territorio del Parco e poi avvengono queste cose? Chiederemo alla Provincia di farsi portavoce con le autorità superiori e di capire come possano accadere questi episodi».
Alessia Forzin
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