I sindaci: «Salvare gli Iat» Livinallongo si fa avanti
BELLUNO. Chiudere gli uffici di informazione turistica è «impensabile». Assumere i dipendenti, per i Comuni, «impossibile». Ma una soluzione va trovata e qualcuno sceglie di non arrendersi. «A primavera inizieremo i lavori per realizzare il nuovo centro informazioni che sarà completato e naturalmente aperto per l’inverno» spiega il sindaco di Livinallongo del Col di Lana Leandro Grones, «siamo pronti a fare la nostra parte, nonostante le continue sforbiciate ai trasferimenti, per quanto riguarda il personale e quindi anche di assumere la competenza ora in capo alla Provincia».
L’ufficio turistico di Arabba è uno degli Iat gestiti da palazzo Piloni e che rischia la chiusura a partire dalla primavera. Infatti le attività legate al turismo in futuro dovranno essere gestite, per legge regionale, da organizzazioni composte da enti pubblici e soggetti privati, la Destination Management Organisation (Dmo). Per questo motivo palazzo Piloni ha inviato una lettera ai sindaci comunicando che, a partire dal 12 aprile, gli Iat verranno chiusi. I Comuni hanno però una possibilità: il personale può essere “comandato” nei Comuni che lo richiedono fino al 30 settembre. Dopo quella data le competenze turistiche non saranno più in capo alla Provincia (a meno che non si riesca ad ottenerle tramite l’attuazione della legge regionale sulla specificità).
Gli Iat gestiti dalla Provincia sono dislocati ad Alleghe, Arabba, Belluno, Calalzo, Falcade, Feltre, Forno di Zoldo e Zoldo Alto, Rocca Pietore, San Vito di Cadore, Sappada e Tambre. Un servizio che i sindaci definiscono «essenziale» e che sono determinati a salvaguardare. «Non ho la possibilità di assumere personale» spiega Siro De Biasio, sindaco di Alleghe, «altrimenti dovrei licenziare i miei dipendenti perché le spese per il personale sono bloccate. Ma questo è un problema di leggi: la Regione non può fare quella sul turismo e subito dopo quella sulla specificità, ci hanno preso in giro».
Lo Zoldano è fermamente intenzionato a difendere gli uffici di informazione turistica. «Servono» spiega il sindaco di Forno di Zoldo Camillo De Pellegrin, «anche se devono cambiare pelle». Anche Rocca Pietore punta molto sull’ufficio turistico. «Ha una sede bellissima della quale ci accolliamo tutte le spese» aggiunge il sindaco Andrea De Bernardin, «per noi è impensabile chiudere. Stiamo ragionando sul da farsi».
Una crociata che tocca anche l’Alpago, che ospita uno Iat a Tambre. «Per il nostro territorio è un punto di riferimento importante» commenta il primo cittadino Oscar Facchin, «non possiamo tirare fuori dal cilindro i soldi ma bisogna trovare una soluzione. Per l’Alpago si potrebbe pensare ad una soluzione complessiva magari dislocando alcune attività sul lago di Santa Croce nel periodo estivo».
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