I sindaci sul treno delle Dolomiti: «Riduciamo i tempi di percorrenza»

Ghedina: «Punterei sulla Val Boite. Perplesso dalle tre stazioni a Cortina». Padrin: «Facciamo squadra, è un momento storico per la provincia»

CORTINA. Il Treno delle Dolomiti sarà competitivo solo se riuscirà a garantire tempi di percorrenza inferiori a quelli dell’automobile. Ma anche se darà la possibilità di creare dei pacchetti turistici. E se non avrà ricadute dal punto di vista ambientale.

I sindaci dei territori interessati dal passaggio dei due possibili tracciati presentati dalla Regione hanno espresso in questi giorni pareri tra loro differenti. Ma c’è una consapevolezza comune: il Treno delle Dolomiti può essere una grossa opportunità, se si saprà concretizzarla in modo che diventi un volano per il turismo.



All’incontro al Genio civile erano stati invitati i due sindaci dei Comuni che costituiscono il punto di arrivo e di partenza del Treno delle Dolomiti: Calalzo e Cortina. «Le ipotesi messe sul campo sono molto interessanti», commenta Gianpietro Ghedina, neo sindaco della Regina delle Dolomiti. «Valuterò con la mia giunta i progetti, analizzando i pro e i contro in modo molto attento. Sarei più propenso per il percorso della Val Boite, considerando anche che San Vito, Borca e Vodo potrebbero diventare fermate per la metropolitana di superficie. Detto questo, l’ipotesi di tre stazioni a Cortina mi vede un po’perplesso. Bisognerà studiare bene quale potrà essere la migliore». Ghedina insiste anche sull’importanza di tempi di percorrenza concorrenziali e, dal punto di vista delle ricadute ambientali, auspica che le prospettive di evoluzione del “mondo del ferro” possano portare a soluzioni non impattanti.

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«Non faccio il “tifo” per un tracciato o per l’altro. In ogni caso, entrambi partono da Calalzo», sottolinea il sindaco Luca De Carlo. «Se il territorio e le persone non ci credono, le risorse per questo progetto sono buttate via. Quindi a mettersi in gioco devono essere sia il pubblico che il privato. E la sfida a cui ci si trova davanti è proprio quella di ridurre i tempi di percorrenza. Dobbiamo poi fare un altro ragionamento: pensiamo a un treno turistico o che sia utilizzabile anche dai pendolari? Anche in base a questo bisogna chiedersi quale sia il tragitto migliore».



Per Calalzo c’è sul tavolo anche un’altra importante partita: la riqualificazione della stazione. «Se il Treno delle Dolomiti è un progetto futuribile, quello della stazione è già pronto. Le risorse vengono messe da Comune, Regione e Rfi», ha ricordato De Carlo. «Attualmente è stato allestito il cantiere per rifare i servizi igienici e auspico che i lavori partano a breve. Il secondo step sarà il recupero dei locali interni, da qui a un anno. Locali che diventeranno presidio del territorio, anche attraverso la vendita di prodotti tipici».

Per la Provincia era presente all’incontro Roberto Padrin. «Il Treno delle Dolomiti può essere un’enorme opportunità di sviluppo per il nostro territorio, ma va condivisa con i sindaci», ha evidenziato. «Ci troviamo di fronte a tracciati che hanno entrambi vantaggi e svantaggi. E, a mio parere, non deve essere tralasciato il discorso dei costi di gestione. In ogni caso, questo per il nostro territorio è un momento quasi storico. La Provincia si rende disponibile al confronto. È necessario, infatti, portare avanti un lavoro di squadra».
 

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