I sindaci: tariffe acqua, gli aumenti siano contenuti

Caso Bim Gsp, i sindaci si dividono il lavoro: pensare la nuova Gsp e coprire i debiti. Prime due assemblee di vallata dell’Ato. In Agordino c’è ancora scarsa conoscenza dei fatti
Gianpaolo Bottacin
Gianpaolo Bottacin
BELLUNO. I sindaci devono riappropriarsi del bene acqua. E' singolare la frase pronunciata ieri da tanti sindaci, durante le prime due assemblee di vallata dell'Ato sulla situazione di Bim Gsp. I primi cittadini hanno cercato e proposto soluzioni per coprire i debiti societari, tutti con l'obiettivo dichiarato di pesare il meno possibile sulle spalle dei cittadini. Ma ci vorrà tempo, ancora un mese almeno e sarà il comitato istituzionale dell'Ato a dover formulare la proposta tecnica per uscire dalla grave crisi finanziaria di Gsp. Presidente (Gianpaolo Bottacin) e direttore dell'Ato (Massimiliano Campanelli) ieri hanno riassunto lo stato dei fatti ai sindaci dell'Agordino e della Valbelluno (dal Feltrino all'Alpago). Oggi si chiude con il Cadore. «La prossima settimana faremo una sintesi in sede di comitato istituzionale dell'Ato», riassume Bottacin. «Sono emersi tanti spunti interessanti, con un comun denominatore: bisogna fare in fretta». L'andamento delle due assemblee di ieri però è stato differente. Ad Agordo la maggior parte dei sindaci ha affermato di non avere gli strumenti per valutare a pieno la situazione e in molti hanno chiesto un incontro con Gsp, perché spieghi i problemi di bilancio. Altri considerano questo passaggio tardivo e inappropriato in un momento in cui si afferma la necessità di separare il controllore dal controllato. In ogni caso i sindaci sono stati sollecitati a leggere i bilanci di Gsp con attenzione, altrimenti sarà tutto inutile. In Agordino, come altrove, c'è chi difende con forza l'operato del cda di Gsp e chi ne invoca le dimissioni immediate. Diverso il contenuto dell'assemblea della Valbelluna, dove c'erano tre membri del comitato istituzionale e in generale la conoscenza dei fatti è superiore. In questa sede sono stati separati i ruoli. Da una parte i sindaci, tutti, si impegnano a pensare una nuova governance per Gsp. Il modello societario, cioè la gestione pubblica in mano ai primi cittadini bellunesi, non viene messo in discussione. Ciò che non funziona è la guida di quella società: «I sindaci», spiega Antonio Prade, «devono riappropriarsi del bene acqua, essere protagonisti nella gestione e nella elaborazione di una nuova governance». Dunque ci sarà un tavolo dei sindaci che "penserà" alla futura Gsp. L'urgenza però è sanare i bilanci, di questo se ne occuperà il comitato istituzionale che concluderà la ricognizione e l'analisi dei dati e si confronterà con Gsp (che il 23 dovrebbe rispondere ai quesiti posti sui consumi, sul calcolo della tariffa e altro). Il comitato dovrà fare una proposta entro un mese e la raccomandazione è che la tariffa aumenti meno possibile. Tante le idee per coprire il buco con risorse esterne, compreso il Fondo Brancher, ma è tutta teoria. La Valbelluna non ritiene necessario un incontro con Gsp.

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