I sindaci veneti fanno lobby: «Non possiamo fermarci»

Massaro spiega come si sta sviluppando l’azione per convincere il governo sul bando della riqualificazione urbana


Pressing dell’Anci sul governo, confronto tra sindaci dei capoluoghi veneti, incontri con i partner privati, ma soprattutto nessuno stop alle opere. Il congelamento dei finanziamenti destinati ai progetti di rigenerazione urbana (o Piano periferie) rappresenta l’emergenza più grave dell’estate per i sindaci italiani, che si trovano a navigare nel caos. «Ufficialmente non ci è stato comunicato nulla», spiega il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro. «Io sono stato informato dall’Anci poche ore dopo l’approvazione dell’emendamento. In contemporanea sono usciti i primi articoli di stampa e solo dopo parecchio tempo siamo riusciti a recuperare il testo dell’emendamento».

Una sequenza assolutamente anomala perfino per l’Italia: «Il tutto è stato improvviso e caotico», osserva Massaro, «e sembra impossibile, perché qui non siamo di fronte a soldi promessi e poi dirottati altrove. Noi quei soldi li abbiamo già».

I 18 milioni assegnati a Belluno, così come i finanziamenti delle altre città, non sono virtuali. Il governo precedente li ha stanziati, cioè sono usciti dal bilancio dello Stato e sono entrati in quelli dei Comuni che hanno firmato le convenzioni: «Sono soldi già nostri», ricorda Massaro, «che ci sono già stati trasferiti. Abbiamo già fatto l’accertamento di entrata e la relativa variazione di bilancio, e ne abbiamo disposto l’uscita. Quei soldi, non solo sono ormai del Comune di Belluno, ma siamo anche obbligati a spenderli, sulla base della convenzione».

Nei prossimi giorni i capitolati per le gare d’appalto verranno mandati a Vicenza (stazione appaltante per i progetti bellunesi) e a quel punto i soldi saranno anche già spesi. Sembra un azzardo, ma Massaro spiega ancora: «Non posso fare altrimenti, la convenzione mi obbliga ad andare avanti e a farlo rapidamente».

Proprio per questo Massaro conserva un certo ottimismo: «Io penso che ci sia stato un equivoco e che si risolverà presto». Ciò non toglie che la preoccupazione è forte: «In queste ore si è diffuso un ulteriore fraintendimento. Molti esponenti della maggioranza si appigliano a una sentenza della Corte Costituzionale, che evidenzia come nella legge di bilancio non sia previsto un passaggio fondamentale per l’intesa, cioè la conferenza Stato - Regioni. Si tratta di un passaggio banale e inoltre si è già tenuto, ma se è quello il problema facciamolo di nuovo. L’Anci ha scritto al governo una nuova nota proprio su questo punto». L’altro lavoro che stanno facendo i sindaci prevede un monitoraggio a 360 gradi per dimostrare che non è vero che i Comuni non stanno lavorando al piano periferie, come dicono altri esponenti della maggioranza gialloverde.

«Si è già fatto tanto e bene, ora è lo Stato che deve adempiere agli impegni presi. La maggioranza dice che alcuni progetti non sono buoni, ma non so in base a cosa. La maggior parte dei progetti ha ricevuto anche dei premi. Non si può minare la credibilità del Paese nei confronti degli investitori italiani ed esteri. Se la decisione rimanesse quella ventilata in questi giorni, il danno sarebbe troppo grave per tutte le città d’Italia». —


 

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