«I soldi promessi da Roma per le frane? Mai arrivati»
VALLE DEL BOITE. In un anno la Regione Veneto, tramite Genio civile e Servizi forestali, ha portato avanti interventi di ripristino delle aree colpite da frane in valle del Boite per oltre 5 milioni. Dallo Stato, i 100 milioni promessi, per opere di ripristinino complessivo, che avrebbero l'obiettivo di mitigare definitivamente il rischio idrogeologico in valle del Boite e in Cadore, non si sono visti. Il Governo per ora ha messo solo 1.600.000 euro.
Il punto sulla situazione lo ha fatto ieri mattina a San Vito Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all'Ambiente e alla Protezione Civile, in sopralluogo sulle aree colpite dalle frane. Lo scorso anno in questo periodo le frane erano all'ordine del giorno. La più tragica fu quella del 4 agosto che scese dall'Antealo, stroncò a San Vito la vita di 3 turisti e fece tanti danni alla ski area e ad alcune abitazioni in centro. Danni si verificarono lo stesso giorno a Vodo, dove il torrente Rudan straripò; ma, grazie ai lavori che la Regione aveva fatto negli anni prima, non furono colpite né le case né la Statale.
«Premesso che la Regione ha la competenza sulle frane che insistono sui corsi d'acqua», spiega Bottacin, «noi ci siamo mossi subito dopo le colate dello scorso anno. A San Vito dal 5 agosto al 10 novembre e dal primo marzo a tutt'oggi, sono stati impiegati mediamente 20 operatori specializzati con altrettanti mezzi, numerosi tecnici per opere dal valore complessivo di circa 4 milioni e mezzo. Gli operai hanno effettuato 35 mila ore di lavoro, per recuperare 10 mila metri cubi di massi con i quali hanno realizzato un chilometro di scogliera sul Ru Secco; hanno poi spostato 50 mila metri cubi di materiale dall'alveo e realizzato 10 briglie di contenimento, sotto la guida del Genio e degli ingegneri Salvatore Patti e Michele Antonello, oltre che del dirigente regionale Alvise Lucchetta».
Il 6 agosto dello scorso anno il premier Renzi riconobbe lo stato di emergenza per le calamità che colpirono il Veneto: sia per le aree dolomitiche da Cortina ad Auronzo e sia che per Dolo e Mira dove si abbatté un tornado. «Dopo un anno», sottolinea Bottacin, «da Roma si sono visti solo un milione e 600 mila euro. Pochi giorni dopo la tragedia di San Vito, qui fecero conferenza stampa sia il ministro all'Ambiente, Gian Luca Galletti, sia il sottosegretario Gianclaudio Bressa. Promisero interventi e soprattutto finanziamenti. Dissero agli amministratori locali di fare la lista dei progetti da finanziare. Io dissi subito che per mitigare complessivamente il rischio frana nell’area servivano 100 milioni. Mi risposero che andava bene. Ma ad oggi i soldi non si sono visti. Anzi la Regione ha investito oltre 5 milioni che lo Stato, per legge, avendo dichiarato la calamità, dovrebbe restituirci; e dei 100 milioni nemmeno l'ombra. Io mi auguro sempre che arrivino perché, anche in vista dei Mondiali di Cortina 2021, è fondamentale fare interventi per il territorio. Dato che i veneti», conclude Bottacin, «versano 20 miliardi di tasse l'anno, che per oltre l'80% restano a Roma, sarebbe il caso di farci pervenire i 100 milioni necessari. Altrimenti ci potrebbero lasciare i soldi delle tasse e li investiremmo noi sul territorio».
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