I tassisti ancora all’attacco del Comune

BELLUNO. I tassisti bellunesi denunciano la perdita di metà del loro fatturato «a causa dell’atteggiamento del Comune, che ci ha tolto la possibilità di stazionare in centro». E chiedono che almeno...
alberto terribile
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BELLUNO. I tassisti bellunesi denunciano la perdita di metà del loro fatturato «a causa dell’atteggiamento del Comune, che ci ha tolto la possibilità di stazionare in centro». E chiedono che almeno si possa contare su due stalli davanti a palazzo Fulcis, quando i lavori saranno ultimati. Tito De Luca, insieme ai colleghi Antonio Sacchet e Alberto Terribile attaccano ancora l’amministrazione comunale «che non ci ha mai contattato in questi mesi. Si riempiono la bocca di turismo, quando invece noi che ne carichiamo di turisti, quest’anno ne abbiamo visti ben pochi, anche perché il tempo non è stato dei migliori e i rifugi dell’Alta Via n. 1, che attirano più di tutti gente da fuori, come i tedeschi, sono rimasti chiusi. Tutti quei russi e americani che qualcuno ha detto di aver visto qui, non ci sono e non vogliamo essere presi in giro. Sicuramente non si incrementa il turismo mettendo due web-cam».

I tassisti se la prendono anche con Confcommercio «che dovrebbe tutelare le attività del centro, ma non è intervenuta sul danno creato dalla mancanza di questo servizio importante», prosegue De Luca. «E tutto questò è accaduto per permettere a un bar di realizzare una veranda: ma perché non lo si sposta di qualche metro, in modo da creare uno spazio anche per noi? Anche perché il telefono è ancora fisso lì, contrariamente a quanto aveva annunciato l’assessore Tabacchi. Evidentemente avevo ragione io: per spostarlo servono dei permessi da Venezia».

A dare man forte ai lavoratori anche Ermanno Pizzolato della Confartigianato: «Si è creata una situazione kafkiana per due metri e mezzo di parcheggio. L’accordo era di avere un posto nell’area tradizionale e due vicino al Comunale. È possibile che non si possa trovare un accordo?». De Luca annuncia che la protesta continua: «E ci riserviamo le azioni per tutelare la nostra attività». (p.d.a.)

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