«Iat da redistribuire sul territorio»

Michela Lezuo: ad Arabba non basta una dipendente part-time

LIVINALLONGO. «Serve una ridistribuzione sul territorio degli Iat». Anche Michela Lezuo, presidente dell’associazione turistica Arabba Fodom Turismo nonché consigliere comunale con delega al turismo, si trova a fare i conti con i problemi di gestione del personale degli uffici Iat e propone: «Meglio che le competenze passino ai Comuni».

La stagione invernale è alle porte e nelle località turistiche pesa l’incertezza venutasi a creare in merito alla gestione degli uffici Iat. Tra queste Arabba, che per bocca della presidente dell’associazione turistica chiede di rivedere la distribuzione del personale e degli uffici. «Il problema è che, come al solito, mancano i soldi», esordisce Lezuo. «Ma c’è un’altra questione: gli uffici Iat sono mal distribuiti sul territorio provinciale. Da una mia ricognizione personale ho scoperto che, ad esempio, l’ufficio di Feltre ha una persona a tempo pieno mentre noi qui ad Arabba, nel secondo comune turistico della provincia, ne abbiamo uno a part time. Questo è decisamente troppo poco per un Comune come il nostro, che conta oltre 340 mila presenze turistiche all’anno. Se questo dato poi lo rapportiamo ai posti letto di cui dispone la valle, viene fuori che questi hanno la piena occupazione per ben 131 giorni all’anno: si tratta del dato più alto di tutta la provincia, il secondo nelle vallate ladine dopo la Val Gardena».

Da alcuni anni l’ufficio Iat di Arabba è ospitato in una struttura prefabbricata in legno che si trova proprio sul passaggio sciistico tra i comprensori del Burz e del Portavescovo. Una sistemazione provvisoria, trovata in emergenza da Aft e Comune dopo che l’ufficio era stato “sfrattato” dai locali del centro servizi. In primavera inizieranno i lavori per la costruzione della nuovo fabbricato, che si troverà sempre nella stessa area. Il progetto da 800 mila euro è stato finanziato con un contributo del Fondo Odi.

Arabba avrà insomma finalmente un ufficio turistico degno di una stazione turistica moderna, ma resta l’incognita sul futuro della dotazione del personale dipendente della Provincia. «Dovremo fin da ora pensare ad una collaborazione con il personale del nostro consorzio per creare un front office ed un back office che offra al turista un servizio efficiente», spiega la Lezuo. «Collaborazione che, di fatto, esiste già. Come detto una persona a part time è troppo poco. Se un giorno si ammala o ha un impegno personale cosa succede? Che l’ufficio resta chiuso al pubblico? Per questo già da tempo c’è una collaborazione con il nostro consorzio. Se la dipendente ha un problema ci chiamano e mandiamo il nostro personale».

Una situazione comunque precaria. «Sì», spiega ancora, «gli Iat non hanno nemmeno materiale informativo da distribuire al turista. Le cartine o i depliants esposti sono quelli nostri, che mettiamo a disposizione come consorzio. Ribadisco, c’è bisogno di una ridistribuzione degli uffici. Altrimenti è meglio che le competenze passino ai Comuni».

Lorenzo Soratroi

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