Ida Bortoluzzi, ritorno in Comune da candidata

Elezioni. L’ex dirigente dal 2003 lavora per Linea d’Ombra di Marco Goldin Verso Nord e Udc la vorrebbero come sindaco, lei è pronta per dire sì
Di Irene Aliprandi

BELLUNO. Arriva un momento, nella vita, in cui le riflessioni, i contatti, gli stimoli degli amici e il caso convergono in un unico punto. E allora, perché no?

Ida Bortoluzzi non ha ancora deciso, sente dentro lo slancio verso il civil servant, forse un istinto dettato dalla memoria di un lavoro lasciato quasi dieci anni fa, ma a questo punto la coalizione deve arrivare a una conclusione, poi lei potrà scegliere se trasformare quel “perché no” in un “sì”. Ad incoraggiare l’impegno di Ida Bortoluzzi, a chiederle di fare il candidato sindaco di Belluno, è un gruppo di persone tra le quali c’è anche l’ex sindaco Maurizio Fistarol, che con lei ha lavorato per otto anni. Fistarol oggi è tra i promotori di Verso Nord, che ha avviato un’alleanza di centro con l’Udc. Il confronto tra forze politiche e civiche moderate però non è ancora completo e per la Bortoluzzi è arrivato il momento di fare chiarezza.

Lei ha lavorato a lungo in Comune, è una realtà che conosce bene.

«Per 12 anni sono stata funzionario nel settore dei servizi sociali e nel 1992 sono diventata dirigente del settore servizi alla persona e della cultura. Per brevi periodi ho svolto anche funzioni di segretario generale e sono stata vice segretario generale, fino al 2003».

Quando ha cambiato vita.

«Ho accolto la proposta di Marco Goldin e sono andata a fare il dirigente di Linea d’Ombra, una società con sede a Treviso che organizza mostre ed eventi».

Un bel salto, molto impegnativo.

«Avevo l’età per mettermi alla prova, i miei figli erano grandi, alla quantità potevo sostituire la qualità del tempo da passare con loro e con mio marito. Mi sono fatta un regalo di compleanno, è una scelta che ho fatto bene a fare. E’ un lavoro durissimo, ma giorno dopo giorno vale sempre la pena di lavorare con Goldin, stare con lui è denso, lui ha il raro dono della sintesi e dell’analisi».

Come si è organizzata?

«Faccio la pendolare, 180 chilometri al giorno, tanta radio. Non sono mai andata via, qui ho gli amici e i negozi preferiti, ma lavorare fuori mi ha dato tantissimo: Brescia, Torino, Rimini, San Marino, Genova e all’inizio viaggi che ora però considero troppo faticosi».

Eppure oggi sarebbe pronta a lasciare Linea d’Ombra per fare il sindaco. Come immagina questo ruolo?

«Con l’entusiasmo dato dall’incontro tra le competenze di chi ha fatto molte esperienze e le nuove competenze dei giovani, di chi ha la necessità di un futuro. Mi piacerebbe muovermi su due binari: prendermi cura della città nelle cose quotidiane e, accanto, lavorare in prospettiva con i giovani. Ho l’ambizione di portare in consiglio comunale persone che vogliono imparare ad amministrare la cosa pubblica, studiare e anche disobbedire, se serve. Farei solo un mandato, 5 anni per costruire il prossimo sindaco e innescare un meccanismo virtuoso con donne e uomini giovani. Ne vorrei tanti con me, spero che si facciano avanti. Da domani potremo dare i recapiti dove contattarci».

A che punto è la coalizione che potrebbe sostenere la sua candidatura?

«Ci sono molte manifestazioni di interesse, ma sono un tecnico, parlo solo di cose certe. Da tecnico non ho pregiudizi ideologici, etichette, parlo di persone, ma poi dovrò dire la mia anch’io».

Quand’era dirigente comunale cosa pensava dei politici?

«Che erano stati eletti dalla gente e io dovevo realizzare i loro programmi».

I tempi sono cambiati, le risorse oggi sono scarse.

«Qualcuno mi ha insegnato che il dovere di una madre è formare buoni cittadini. Ci sono cose che non costano nulla, altre per le quali bastano scatti di fantasia. Ma l’esame del bilancio è la prima cosa da fare, poi vedere ciò che serve, eliminare ciò che non è funzionale e fare il meglio con quello che c’è. La seconda è capire il personale e rimotivarlo se serve».

Con lei potrebbero tornare anche le grandi mostre?

«E’ difficile dirlo adesso, ma di certo si possono sposare seriamente cultura, turismo e percorsi naturalistici. Le mostre hanno una ricaduta notevole, ma serve uno scatto ulteriore, la città deve sapersi offrire al meglio al visitatore».

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