Ideal Standard, c’è la cassa in deroga
TRICHIANA. Siglati ieri mattina l’accordo sulla cassa integrazione in deroga per lo stabilimento di Trichiana e un documento a sé stante in cui i vertici aziendali si impegnano a garantire per i prossimi tre anni volumi e strumenti per realizzarli.
Ieri si è chiuso abbastanza rapidamente l’incontro al ministero, dopo che per tutto il fine settimana i sindacati avevano lavorato per riuscire a giungere a questo risultato, visti anche gli esiti dei precedenti vertici.
La cassa, che interessa non solo i lavoratori bellunesi, ma anche quelli di Orcenico (lo stabilimento di Roccasecca è invece in solidarietà), durerà tre mesi a partire dal primo febbraio scorso; al termine del periodo si dovrà verificare la disponibilità da parte del ministero dell’Economia e finanza a rifinanziare l’ammortizzatore per altri 90 giorni. In poche parole, per la fabbrica trichianese non cambierà nulla rispetto alla situazione attuale: si continuerà a lavorare sei ore al giorno, con le due rimanenti che rientreranno nella cassa (ad oggi erano in conto ferie).
«Oltre al verbale per la deroga», precisa Giuseppe Colferai, segretario della Filctem Cgil, «ne abbiamo siglato un altro in cui abbiamo messo nero su bianco le cose che a noi stavano a cuore, vale a dire la garanzia della produzione per i prossimi tre anni di un volume di 1,2 milioni di pezzi, cifra che dovrebbe salire a 1.350.000 dal 2016».
«Inoltre, si è stabilito che per la loro produzione ci dovranno essere gli strumenti idonei», sottolinea Gianni Segat della Rsu, facendo quindi riferimento al fatto che parte dei macchinari saranno spostati da Orcenico a Trichiana. «Laddove questo non sia possibile dovranno essere acquisiti», precisa anche Angelo Colombini della Femca Cisl nazionale.
Nel piano per Trichiana si prevede, quindi, una specializzazione sulla ceramica di media e altra gamma, mentre a Roccasecca si darà sviluppo alle tecnologie del gesso.
Nel documento a parte si è anche specificato che proseguiranno le operazioni per la vendita di Orcenico: «Sarà necessario capire quante persone potrà acquisire la nuova proprietà, quanti volumi potrà tenere nel Pordenonese e per quanto tempo», conclude Colombini.
Infine, da parte dell’azienda c’è stato l’impegno a ritrovarsi dopo questi tre mesi al ministero dello Sviluppo economico «per fare un piano industriale che possa rilanciare l’attività di Trichiana», sottolineano ancora Colferai e Segat.
Ma se da un lato c’è una certa soddisfazione da parte delle parti sociali, dall’altro rimane ancora viva la consapevolezza che questo «è solo il primo passo di un cammino lungo che dovrà fare i conti con il mercato e la crisi».
Oggi la notizia sarà comunicata ai lavoratori tramite le assemblee sindacali che si concluderanno alla sera con l’entrata dell’ultimo turno lavorativo.
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