Ideal Standard, nubi pesanti sul futuro
TRICHIANA . L’Ideal Standard intende chiudere Roccasecca. La notizia della cessazione dell’attività dello stabilimento laziale era arrivata a fine novembre come un fulmine a ciel sereno. E ieri c’è stata la conferma: a Roma, nell’incontro al ministero dello Sviluppo economico, l’azienda ha comunicato la propria irrevocabile decisione, che coinvolge 300 lavoratori più altre 200 unità del relativo indotto.
Il Governo, dal canto suo, ha fatto invece sapere di aver avviato un confronto con un nuovo soggetto imprenditoriale del territorio, portatore di un piano industriale importante e solido, sul quale è possibile lavorare con molta concretezza e in tempi rapidi.
La preoccupazione però resta alta. Anche tra i lavoratori di Trichiana. E in questi giorni una delegazione bellunese era presente nella capitale: giovedì per il coordinamento sindacale nazionale e ieri per l’incontro al ministero dello Sviluppo economico, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il ministro Carlo Calenda e Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio.
«Quello di Roccasecca è il terzo stabilimento che Ideal Standard chiude senza dare alcuna spiegazione», commenta Denise Casanova, segretaria Filctem Cgil. «Quello che preoccupa di più, e che dà da pensare anche per Trichiana, è che l’azienda non ha ancora presentato un piano industriale, dopo un anno di solleciti e richieste. E oggi (ieri, ndr) non si è espressa in alcun modo. È ovvio che nasca il sospetto sul fatto che ci sia qualcosa che non va. Già la prossima settimana faremo le assemblee con i lavoratori per spiegare loro la situazione. Poi valuteremo azioni da intraprendere, anche in linea con le segreterie sindacali laziali e nazionali».
Gli stabilimenti di Trichiana e Roccasecca sono strettamente connessi e da due anni si trovano nella stessa vertenza, dopo l’accordo siglato nel 2015 e che avrebbe previsto fino al 2020 la realizzazione di tutta una serie di obiettivi. «Lo stato di cose è pesante», fa eco Nicola Brancher, segretario Femca Cisl. «Sappiamo di essere all’interno di un percorso in cui ci sono grandi incognite. Il fatto che il Governo abbia individuato un possibile investitore è positivo, ma dobbiamo mantenere alta l’attenzione».
Insieme a Casanova e Brancher sono scesi a Roma anche cinque delegati dello stabilimento di Trichiana, tra cui Gianni Segat: «Dopo giornate come questa non si può che tornare a Belluno mortificati e presi dallo sconforto. Da parte nostra c’è tutta la solidarietà ai lavoratori di Roccasecca», sottolinea. «L’unica comunicazione positiva è quella data dal Mise».
Lo stesso ministro Calenda ha chiesto all’Ideal Standard la disponibilità a sospendere temporaneamente la procedura di mobilità. E si è impegnato a riconvocare fra quindici giorni un nuovo incontro con tutte le parti. Intanto, sono dure le critiche che anche i sindacati a livello nazionale rivolgono all’azienda.
«Il comportamento di quest’ultima, nei fatti, rompe le relazioni sindacali che hanno consentito nel passato la sottoscrizione di accordi importanti e ribadiscono la preoccupazione per il futuro del Gruppo Ideal Standard in Italia», scrivono in una nota le segreterie Filctem, Femca e Uiltec. «Al contrario, esprimiamo apprezzamento per l’impegno del Governo e della Regione Lazio e la risolutezza con la quale il ministro ha richiesto in tempi stretti ai vertici aziendali di posticipare la procedura di ulteriori 30 giorni e di lasciare aperto il tavolo anche successivamente alla vertenza per esaminare il piano industriale di gruppo».
«Abbiamo segnalato che c’è un possibile e buon investitore credibile, finanziariamente solido e innovativo nel prodotto che potrebbe rilevare il sito», ha detto ieri Zingaretti. «Regione, Governo e Invitalia faranno di tutto per rilanciare questo sito».
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