Ideal Standard Trichiana, situazione logorante
TRICHIANA. Lo sciopero resta in programma, ma al momento non è stata fissata una data. E intanto cresce l’attesa in vista del nuovo incontro al ministero dello Sviluppo economico.
Ieri l’Ideal Standard di Trichiana ha ospitato le assemblee con i lavoratori. Le rappresentanze sindacali hanno fatto il punto della situazione: il gruppo intende chiudere lo stabilimento laziale di Roccasecca – la conferma è arrivata poco più di una settimana fa al Mise – e, allo stato attuale, non è ancora stato presentato un piano industriale, dopo un anno di solleciti e richieste.
Alle assemblee di Trichiana ha partecipato anche Gianluca Bianco, della Femca Cisl nazionale, che sta seguendo da vicino la vertenza Ideal.
«Abbiamo illustrato ai lavoratori quel che è emerso dall’incontro del 12 gennaio scorso a Roma, a cui erano presenti, tra gli altri, il ministro Carlo Calenda e Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio», sottolinea Gianni Segat della rsu. «La nostra piena solidarietà nei confronti dei colleghi di Roccasecca è stata confermata anche oggi (ieri, ndr). Ed è evidente che la preoccupazione per il destino della fabbrica trichianese c’è tutta. La situazione a cui ci troviamo di fronte dal 2008 sta comprensibilmente logorandoci. I lavoratori, in questi anni, hanno visto chiudere prima lo stabilimento di Brescia, poi quello di Orcenigo, in Friuli, e ora quello di Roccasecca, nel Lazio. La fabbrica di Trichiana rimane l’unica in Italia».
Nei giorni scorsi si è parlato di un pacchetto di otto ore di sciopero per tutti i lavoratori del gruppo. «Non c’è ancora una data», fa presente Segat. «Lo sciopero verrà fatto se lo si riterrà necessario e al momento più opportuno. A Roccasecca, al di là del presidio e del blocco delle merci, che non escono dalla fabbrica, i dipendenti stanno lavorando. Qui a Trichiana l’attività procede regolare, salvo il blocco degli straordinari».
Intanto Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil stanno attendendo di sapere quale sarà la data del nuovo incontro al Mise. Ieri è emersa l’ipotesi che possa essere già venerdì, ma è più probabile che si slitti alla prossima settimana.
«L’azienda non ha ancora presentato un piano industriale per quel che ci riguarda ed è proprio questo a incrementare la preoccupazione», dice ancora Segat. «Ci auguriamo che al prossimo vertice a Roma l’Ideal si pronunci».
Ma ad essere in ansia non sono solo i sindacati. Nei giorni scorsi è intervenuto sul tema anche il sindaco, Fiorenza Da Canal. «Sapevamo che l’azienda aveva intenzione di chiudere Roccasecca, e quindi c’è preoccupazione per il destino della fabbrica Trichiana», diceva il primo cittadino. «Ma non possiamo nemmeno dimenticare che qui da noi la società sta facendo diversi investimenti che lasciano pensare che abbia intenzione di restare. Comunque è necessario mantenere la massima attenzione sul destino dell’azienda».
Per quanto riguarda Roccasecca, il Governo ha fatto sapere di aver avviato un confronto con un nuovo soggetto imprenditoriale del territorio, portatore di un piano industriale importante e solido, sul quale sarebbe possibile lavorare con molta concretezza e in tempi rapidi. Nell’operazione è stata coinvolta anche Invitalia.
«Il ministro Calenda si è impegnato in prima persona nel corso dell’ultimo incontro a Roma», ricorda Segat. «Bisogna puntare tutto su un eventuale investitore, ma sarebbe anche il momento che cambiassero le leggi per le multinazionali che hanno ricevuto aiuti statali: non possono decidere di chiudere gli stabilimenti a loro piacimento».
Martina Reolon
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