Ideal, tutto rinviato al 31 ottobre
TRICHIANA. Sospesa la mobilità per lo stabilimento di Orcenico fino al 31 ottobre, nel frattempo si susseguiranno incontri e vertici tra ministeri, sindacati nazionali e Regioni per giungere a definire il futuro dell’Ideal Standard. E tra le proposte avanzate c’è quella di ricorrere alla cassa in deroga per sei mesi nel 2014 per tutti i siti dell’azienda.
Si complica sempre di più la situazione per l’Ideal Standard di Trichiana e la sensazione è che, se non si dovesse decidere al più presto cosa fare, alla fine a rimetterci saranno tutti gli operai del gruppo. I segnali infatti son cupi: nelle prossime settimane è previsto uno stop della produzione di una giornata di tutti e sette gli stabilimenti europei del gruppo per una sovraproduzione di 100 mila pezzi, di cui soltanto 30 mila in Italia.
E così, quello che doveva essere ieri l’incontro decisivo (erano presenti i vertici ministeriali, aziendali, la presidente del Friuli Serrracchiani, l’assessore veneto Donazzan, i sindacati nazionali, regionali, provinciali e le rsu), si è trasformato ancora una volta in un’agonia, «in un accanimento terapeutico», come l’ha definito qualcuno.
Prendono tempo ministero dello Sviluppo economico e sindacati, di fronte alla scelta della società, palesata ieri al tavolo romano, di far partire la mobilità da oggi per i dipendenti di Orcenico. Una soluzione che salverebbe gli stabilimenti di Trichiana e Roccasecca. Comprensibile l’opposizione del Friuli Venezia Giulia, ma comprensibile anche l’ansia degli altri due stabilimenti e delle centinaia di lavoratori che da mesi stanno attendendo di conoscere il loro destino.
«Quello che succede domani è tutto da costruire», precisa Giuseppe Colferai, segretario della Filctem Cgil, che non può evitare di fare una riflessione sui risvolti di questo stop forzato per la realtà trichianese. «Questo sicuramente non fa bene allo stabilimento bellunese, vista anche la fermata di una giornata prevista prossimamente. Serve una decisione al più presto. Non si può più attendere oltre, altrimenti si rischia di far cadere a picco l’intero sistema di produzione italiano».
Ieri, al vertice, dopo che anche l’assessore Donazzan ha sottolineato che di fronte ai numeri serve una decisione, dal Friuli è partita la richiesta, logica, di salvare tutti e tre gli stabilimenti. Il vertice è stato interrotto per circa un’ora, in attesa di un accordo.
Parla di un confronto «poco edificante», il sindaco di Trichiana, Giorgio Cavallet, presente al vertice. «Non sono riunioni da fare quelle in cui ci si porta la claque che contesta e applaude», commenta riferendosi ai friulani. «Sicuramente ieri non era giornata per decidere, visto il clima creatosi. Sono deluso, ma allo stesso fiducioso per Trichiana, perché i numeri parlano chiaro. O si scopre, nei 15 giorni che restano, una soluzione per tutti o la decisione, credo, sia già stata presa». (p.d.a.)
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