Il 25% della manovra peserà sugli enti locali
BELLUNO. Il 94,8 per cento del debito pubblico è in mano allo Stato. Solo il 2,3 per cento è “colpa” dei Comuni, che però stanno sopportando sacrifici pesanti, da anni. «Nel 2012 abbiamo tutti rinunciato a opere pubbliche per 2,5 miliardi di euro», ha spiegato Massaro in apertura di assemblea. «Questi soldi, bloccati dal patto di stabilità, sono serviti per risanare almeno in parte il debito pubblico. Ma lo stesso anno lo Stato ha fatto nuovi debiti per 55 miliardi di euro». Bastano questi due numeri per comprendere perché ci siano sindaci pronti anche ad azioni clamorose, contro le continue batoste che arrivano da uno Stato «che ha perso il contatto con il territorio», per dirla con le parole di Michele Balen.
Massaro ha aggiunto un altro paio di numeri: la ripartizione della spesa pubblica (31% Stato, 40% previdenza, 4,3% Regioni, 1,4% Province, 7,8% Comuni) e l'impatto della legge di stabilità: 6,1 miliardi sullo Stato (48%), 4 sulle Regioni (32%), 1,2 miliardi sui Comuni e 1 sulle Province (12 e 8%). «Ma sommando a quel miliardo e 200 milioni di euro i tagli occulti, cioè le ripercussioni che ci saranno sui nostri bilanci a causa dei tagli fatti a Regioni e Province, i Comuni italiani avranno una riduzione nei trasferimenti di 3,7 miliardi. Significa che il 25% della manovra peserà sui Municipi», ha aggiunto Massaro. «Le manovre finanziarie devono essere eque nella ripartizione dei sacrifici. Non siamo contro i tagli, la spesa pubblica va ridotta, ma noi lo abbiamo già fatto. E mettendoci la faccia con i nostri concittadini, che vengono da noi a chiedere perché aumentano le tasse o tagliamo i servizi».
C'è poi il criterio della virtuosità: la legge di stabilità dovrebbe distinguere fra chi ha i conti in ordine e non ha più nulla da tagliare (i Comuni bellunesi per esempio), e chi ha il bilancio pieno di residui attivi che si possono cancellare senza che ciò comporti una riduzione dei servizi. In sala c'erano anche Vittorio Tonon, sindaco di Vittorio Veneto da sei mesi, che dopo aver evidenziato anche la sua situazione drammatica ha appoggiato l'avvio della battaglia dei primi cittadini bellunesi e il vicepresidente dell'Anci Veneto, Angelo Tosoni. Roberto Padrin, infine, ha presentato le difficoltà dell'ente Provincia. (a.f.)
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