Il bar dei Piazza ultimo sopravvissuto del borgo di Grea

DOMEGGE. Marianna e Marilena, sorelle Piazza, sono le persone più importanti di Grea. La loro attività, avviata dai genitori nel lontano 1949, resiste al mutare dei tempi fungendo oggi da punto di...
Di Gianluca de Rosa

DOMEGGE. Marianna e Marilena, sorelle Piazza, sono le persone più importanti di Grea. La loro attività, avviata dai genitori nel lontano 1949, resiste al mutare dei tempi fungendo oggi da punto di riferimento per i pochi residenti rimasti, appena 170 dei 350 registrati una ventina di anni fa. «Ma noi siamo ancora qui, seppur a fatica,non abbiamo alcuna intenzione di chiudere, tantomeno di lasciare Grea», tuona battagliera la signora Marianna. «Grea aveva tre bar, due negozi che vendevano generi alimentari, una macelleria, una merceria e un'edicola, senza dimenticare che sul nostro territorio c'erano anche due, tre grandi fabbriche. Oggi siamo rimaste solo io e mia sorella e questo ci ha spinte ad offrire ai residenti più servizi possibili, soprattutto beni di prima necessità».

Non solo attività commerciale: il bar di Marianna e Marilena oggi è un luogo di ritrovo per i residenti di Grea a cui si aggiunge qualche turista che, soprattutto durante la bella stagione, si aggira ancora da quelle parti: «Anni fa nel nostro bar si giocava tutti i pomeriggi a carte, oggi non è più possibile perché non si riesce a radunare quattro persone», prosegue Marianna. «Io e mia sorella ci mettiamo a disposizione della frazione per dare una mano a chi ne ha più bisogno. Recuperiamo le medicine oppure consegniamo a domicilio il giornale e il pane nelle casa delle persone, soprattutto quando c'è brutto tempo. È un servizio che faceva anche nostro padre e noi lo abbiamo ereditato con piacere».

Due signore nel frattempo sono sedute a un tavolino a chiacchierare amabilmente. «Noi siamo sempre aperti, io e mia sorella ci alterniamo in turni che spesso risultano molto faticosi», sottolinea Marina, «lo facciamo per i residenti di Grea che è una frazione isolata. Noi siamo affezionate a questi posti, ci siamo nate e cresciute e fin quando le forze ci sorreggeranno resteremo aperte».

«Le istituzioni dovrebbero darci una mano per portare avanti questo tipo di attività», rilancia Marilena, «il risvolto commerciale nel nostro caso passa in secondo piano di fronte alla funzione sociale. Per questo motivo chiediamo aiuto affinché qualcuno ci sostenga per mantenere le serrande alzate il più a lungo possibile».

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