Il Bard accende quaranta falò

Sabato sera montagne e fiumi illuminati dai fuochi degli autonomisti. La manifestazione di quest’anno anche per dire no al referendum costituzionale del 4 dicembre

BELLUNO. Oltre quaranta falò per l’autonomia. E per dire no alla riforma costituzionale. È stata un successo anche la quinta edizione dei “Fuochi per l’autonomia” organizzati dal Bard. Sono stati oltre quaranta i falò che ieri sera hanno illuminato le piazze e le cime dolomitiche. «Anche quest’anno i bellunesi hanno risposto all’appello», racconta il presidente Alessandra Buzzo. «Abbiamo voluto mandare un messaggio importante in vista del voto sulla riforma costituzionale del 4 dicembre».

Dalle piazze dell’Agordino fino alle malghe dell’Alpago, per arrivare ai monti del Feltrino e del Comelico e ai rifugi del Cadore, decine di fuochi hanno riacceso le riflessioni sul destino del Bellunese. Un territorio che ha bisogno, continua la Buzzo, «di autonomia e di risorse. E la riforma costituzionale, centralista, spegnerà definitivamente ogni speranza per il Bellunese».

«Le province autonome di Trento e Bolzano con la riforma otterranno più protezione e competenze», aggiunge il vicepresidente del Bard Andrea Bona. «E con la riforma del Senato il rischio di non vedere tra i “nominati” nemmeno un bellunese è altissimo, mentre Trento e Bolzano avranno diritto a quattro senatori». Infine, preoccupa la centralizzazione del potere: «Altro che autonomia, vengono svuotate di competenze e poteri anche le Regioni», chiude Bona. «Federalismo vuol dire vedere investiti sul proprio territorio i soldi versati in tasse e imposte». (a.f.)

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