«Il Basso Feltrino passi all’Ato di Belluno»

Trento presenta un emendamento «Dalla Regione impegni disattesi»
BASSO FELTRINO.
L’emendamento per trasferire i tre comuni del Basso Feltrino dall’Ato di Treviso a quello di Belluno è già stato presentato in consiglio regionale. Lo ha fatto giovedì mattina Guido Trento. «Gli Ato dovrebbero coincidere con le province». Non manca l’affondo nei confronti del collega Bond e dell’assessore regionale Chisso: «Non hanno mantenuto le promesse fatte agli amministratori del Basso Feltrino, un territorio che rischia di essere devastato».


«L’acqua è di tutti ma mantenerla è un costo», la premessa del consigliere regionale. Da qui la presentazione dell’emendamento in fase di gestazione da parecchi mesi.

«E’ innaturale che Alano, Vas e Quero siano stati inseriti nell’Ato di Treviso, ma purtroppo non è l’unica stortura di un sistema mal congegnato ancora nel 1998», afferma Trento. «In Veneto ci sono sette province e otto Ato, un controsenso». Ma per l’amministratore non è l’unico: «Attualmente a gestire la partita dell’acqua sono in sei fra corpi e istituzioni. Ci sono l’autorità di bacino, il genio civile, il corpo forestale, l’Ato, l’Arpav, la Provincia per il demanio lacuale. In alcune realtà c’è addirittura il consorzio di bonifica e la Regione sta pensando a istituire una nuova agenzia».


Insomma, il Basso Feltrino, per il consigliere sovramontino, è solo la punta dell’iceberg: «E’ da mesi che l’emendamento è pronto ma solo giovedì sembrava che il collegato alla finanziaria regionale sulla difesa del suolo approdasse in aula», spiega Trento tanto per sottolineare che non si è trattato di una corsa contro il tempo, magari per “bruciare” il collega forzista Dario Bond, che proprio giovedì aveva annunciato la sua intenzione di appoggiare eventuali secessioni da un Ato all’altro dei tre comuni feltrini. Ma per l’amministratore non è solo una questione geografica, anzi: «La gestione degli Ato si è rivelata un fallimento. Finora non ho mai avuto riscontri positivi, c’è un continuo rimpallo di competenze. Per questo serve rivedere il disegno complessivo». Per Trento la soluzione sta nel ritornare in parte al passato, delegando alle Province le competenze in materia idrica e ai comuni la gestione sul piano concreto. «Dobbiamo evitare la burocrazia infinita e l’aumento indiscriminato delle tariffe».


Quanto a Bond e all’assessore regionale Renato Chisso, che nel settembre scorso prospettarono ai tre sindaci di Alano, Quero e Vas, una contropartita per l’acqua versata alla Marca, Trento è impietoso: «Non hanno mantenuto le promesse. Bond parla dei fondi messi a disposizione per la sala del cinema e del municipio come fossero opera sua e invece erano domande pre-esistenti che sarebbero state accolte ugualmente. Facevano parte di un capitolo a se stante. E’ stato un atteggiamento irresponsabile come del resto è quello assunto nei confronti delle miniere di Campo e Schievenin».

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