Il battibecco con la prof innescato dal lancio di un libro
La classe casinista va in tribunale. La prof di chimica, con poco polso, va da un’altra parte. Questo è matematico. Ma perché, in un giorno di aprile dello scorso anno scolastico, in quella seconda dell’Itis Negrelli sono arrivati i carabinieri? A scatenare la telefonata al 112 sarebbero stati da una parte il lancio di palline di carta e dall’altra quello di un libro di testo finito in testa a uno studente della prima fila.
I verbali degli interrogatori dei venti maschi indagati per interruzione di pubblico servizio sono nel fascicolo che i militari delle varie stazioni hanno preparato per la Procura dei Minori di Venezia, ma uno dei quindicenni avrebbe descritto con grande precisione la mattina in cui l’insegnante ha cominciato l’ora di lezione, scrivendo alla lavagna delle formule complicate. È diventata il bersaglio di cartacce e, dopo essere stata colpita, ha scagliato un libro verso i banchi, centrando al capo uno studente della prima fila. Quest’ultimo aveva tutta l’intenzione di andare dal preside, a quel punto la docente ha chiamato i carabinieri. Il racconto è di un ragazzo, che è stato promosso nonostante i quattro giorni di sospensione per tutta la classe e continua ad avere un rendimento scolastico incoraggiante.
Durante l’ora di chimica succedeva più o meno di tutto. Secondo quello che si legge nei verbali delle assemblee di classe, la docente non insegnava e i ragazzi si scatenavano, facendo confusione. C’è stato un tentativo di coinvolgere quello che si chiama professore coordinatore, ma senza alcun risultato concreto. È confermato l’episodio della sedia legata con lo scotch, mentre gli studenti negano di aver rovesciato la cattedra, anche quella stessa mattina, o di aver riempito la stessa seggiola di gesso. Tutti scherzi che, invece, la donna giura di aver dovuto sopportare fino a quando non ce l’ha più fatta. Oltre a questi, insolenze e versi animaleschi che venivano indirizzati soltanto a lei e a nessun altro collega.
Non ci sono altri insegnanti, che hanno lamentato la mancanza di rispetto nei loro confronti, tanto meno che avrebbero avuto bisogno dell’intervento dei carabinieri. Intanto il piccolo esercito di avvocati che difenderanno i venti ragazzi davanti al Tribunale dei Minori, quando sarà il momento, si è allargato: Licini si è aggiunto a D’Agostini, Lise, Pauletti, Perco, Rech e Tiziani.
Non sarà facile sostenere l’irrilevanza penale di quanto contestato dalla Procura dei Minori, nel corso dell’udienza preliminare. Ma non sono escluse la messa alla prova e il perdono giudiziale. Un percorso educativo, che prevede di andare bene a scuola e comportarsi con civiltà, per evitare il processo. Oppure una rinuncia da parte del giudice al rinvio a giudizio, sulla base della promessa di non commettere altri reati. —
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