«Il Bellunese zona franca è questione di volontà»

L’assessore regionale Bottacin ha presentato la proposta di legge statale per introdurre anche in provincia le agevolazioni fiscali che esistono a Livigno

BELLUNO. Poggia su «basi giuridiche solide» e mira ad aiutare una terra svantaggiata la proposta di legge statale per l'istituzione di una zona franca che comprenda l'intera provincia di Belluno. A proporla è stata la Regione, su iniziativa dei consiglieri Bottacin (anche assessore con delega alla specificità della provincia di Belluno), Gidoni, Coletto, Finozzi, Villanova, Barbisan, Ciambetti e Rizzotto. È stata depositata a Roma il 16 giugno e prevede l'istituzione di una zona franca extra-doganale ed extra territoriale non solo a Belluno, ma anche a Sondrio.

Territori simili, le uniche due province interamente montane, «che hanno avuto anche un riconoscimento politico della loro particolarità da parte del governo ed è corretto seguano lo stesso percorso in questa situazione», ha spiegato Gidoni introducendo l'iniziativa. Che non è nuova: «Se ne parlava già ai tempi in cui l'assessore Bottacin era presidente della Provincia e io ero al Parlamento», ha ricordato Gidoni. «L'abbiamo ritirata fuori adesso perché i tempi sono maturi».

E non solo per agevolare un’area, come il Comelico o l'Agordino, ma tutta la provincia di Belluno. La Regione, nell'unico articolo che costituisce la proposta di legge, suggerisce di estendere le agevolazioni dei diritti doganali e di altri oneri fiscali previsti per Livigno, Campione d'Italia, Valle d'Aosta e Gorizia anche alle province montane di Belluno e Sondrio.

«Questo Paese è centralista, i cittadini versano le tasse allo Stato che poi le redistribuisce agli enti periferici», ha spiegato l'assessore Bottacin. «O si stravolge questo meccanismo fiscale oppure si deve cercare un modo per risolvere le criticità di territori che sono in difficoltà. La proposta di legge che abbiamo presentato va in questa direzione. Come Regione abbiamo fatto la nostra parte, aumentando del 316% i trasferimenti alla provincia di Belluno, lo Stato cos'ha fatto? Li ha azzerati».

Se diventasse zona franca, il Bellunese beneficerebbe di agevolazioni fiscali importanti. Basti pensare che la benzina a Livigno costa 0,940 euro, il gasolio 0,786. «Questa proposta ha supporto giuridico», ha aggiunto Bottacin. Che, insieme ai colleghi, non ha scelto la strada della zona franca urbana perché quest'ultima beneficia di fondi assegnati annualmente con delibera Cipe. Si è preferito seguire il principio del trattenere le tasse nel territorio. «Se il residuo fiscale del Veneto (la differenza fra quanto la regione versa in tasse e quanto lo Stato restituisce sotto forma di trasferimenti, ndr) è di 20 miliardi di euro all'anno, per la provincia di Belluno siamo nell'ordine del miliardo di euro. Già trattenendo quella cifra le ricadute sul territorio sarebbero enormi».

L'istituzione di una zona franca prevede anche un passaggio al parlamento europeo, «ma qui si vedrà la forza e la volontà del nostro Stato, che dovrà anche spiegare come mai permette che ci siano territori fortemente avvantaggiati, quali Trento e Bolzano, e altri in sofferenza come le province di Belluno e Sondrio», ha concluso Bottacin. «Spero che per una volta si superino le divisioni presenti in questa provincia. Cerchiamo di ragionare in maniera compatta, o difficilmente otterremo qualcosa».

Alessia Forzin

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