Il benefattore investirà altri 2 milioni: «Non ho figli, ho deciso di aiutare la comunità»

Un imprenditore in pensione che a Belluno è conosciuto ma vuole restare anonimo ha donato strumenti e attrezzature agli ospedali bellunesi

«Il bene si fa, ma non si dice», diceva Gino Bartali, che durante la guerra salvò la vita ad oltre 800 persone trasportando documenti falsi nel tubo della sua bicicletta.

Ogni epoca ha il suo benefattore, e Belluno da anni non può che ringraziare l’imprenditore che con le sue donazioni sostiene l’ospedale san Martino. E non solo. Con l’ultima, di 573 mila euro, ha permesso di allestire l’Unità Farmaci antiblastici che è stata inaugurata ieri. 

Ma l’uomo, tanto riservato quanto generoso, ha già pronta un’altra donazione. Ne ha parlato ieri con il presidente della Regione Luca Zaia, al termine della breve cerimonia. Ma era stato lo stesso Zaia ad annunciare pubblicamente le cifre: due milioni di euro dal benefattore, la Regione è disposta a metterne altrettanti. Quattro milioni di euro è un investimento considerevole, che dovrebbe essere indirizzato al reparto di Cardiologia del San Martino.

«Non ho figli. Nella vita ho avuto successo, ho pagato tutte le tasse che dovevo e ho deciso di investire del denaro per la collettività», racconta lui. Negli ultimi anni ha finanziato l’acquisto di macchinari diagnostici all’avanguardia per i reparti di Oculistica, Neurologia, Cardiologia del San Martino e per quello di Urologia di Feltre, investendo centinaia di migliaia di euro. Nel 2013 ha acquistato 380 mila euro di defibrillatori per gli ospedali di Belluno e Agordo. Nel 2017 ha donato 1,8 milioni per dotare il San Martino di una Pet tac a 64 strati di ultima generazione. Sua anche la donazione che ha permesso di realizzare un’oasi di gioco e divertimento al parco Maraga, sistemato con panchine, gazebi e luci e attrezzato con strumenti per la ginnastica dolce degli anziani. È costato 250 mila euro. —


 

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