Il bilancio di Zaia: 50 milioni già spesi per il post alluvione

BELLUNO
I sindaci soggetti attuatori? Sì, no. Ed ecco le cateratte. Nel momento in cui il Pd chiede un Consiglio regionale straordinario per conoscere come sta procedendo la ricostruzione, la Regione rende noto il suo lavoro, già in corso, in parte concluso, oppure pianificato: 105 milioni di interventi, la metà conclusi. E ci sono anche i soldi per i boschi, al centro di qualche polemica in queste ore.
«Le prime opere idrauliche sono già state attivate e in gran parte concluse» conferma il presidente-commissario, Luca Zaia. Si tratta, per il Bellunese, di 57 cantieri per un ammontare di 25 milioni di euro. Per quanto riguarda la viabilità, i cantieri avviati per competenza da Veneto Strade e Anas per i comuni sono una ventina per un importo di circa 3 milioni di euro.
Le opere avviate dai soggetti attuatori nominati dal Commissario delegato per il ripristino della rete viaria riguardano circa 115 cantieri per un importo di 35 milioni di euro.
E la pulizia dei boschi? È previsto l’arrivo di una seconda tranche di finanziamenti statali per circa 150 milioni. Di questi, una quota di una quarantina di milioni verrà assegnata come anticipo ai 20 sindaci che sono stati nominati soggetti attuatori per la pulizia dei boschi schiantati dal maltempo.
«Le risorse disponibili saranno proporzionalmente suddivise fra i comuni per le prime spese correlate a questa tipologia di intervento. In sostanza – riassume il presidente Zaia – sono già stati spesi circa 50 milioni di euro su opere preventivate per 105 milioni».
Tra i principali lavori di somma urgenza, ricordiamo il milione e 300 mila euro per la ricostruzione di un tratto dell’argine del Piave a Presenaio, in comune di San Pietro di Cadore. Un altro milione sul Piave, a Perarolo; problema di argini, anche in questo caso. Due milioni sono stati investiti in comune di Sedico per la sicurezza della sponda del Cordevole. Un milione e mezzo circa nel ripristino dell’argine del Piave in località Lambioi, a Belluno. Lungo l’elenco delle opere consegnate o, comunque, appaltate.
Tre interventi a Santo Stefano di Cadore sono stati conclusi per un milione e 400 mila euro. Appaltata per mezzo milione, a Farra d’Alpago, la messa in sicurezza del torrente Runal. È stato chiuso il cantiere da 900 mila euro lungo il Maè, in Val di Zoldo.
Stiamo citando i lavori di maggiore impegno finanziario; lungo il torrente Fiorentina, tra Alleghe e Selva, sono già stati consegnati interventi per 2 milioni e mezzo. Circa 10 milioni sono stati spesi in questo comparto, di cui: un milione e 50 mila euro per il Bigontina, a Cortina (già consegnate opere per altri 250 mila), un milione e 100 mila per il Cordevole a Valcozzena in comune di Agordo (la metà in consegna).
Ritorniamo a Cortina, perché per il Boite la sistemazione idraulica sta impegnando 540 mila euro e il cantiere è in fase di conclusione. I torrenti Ornich e Calcino sono già sicuri; spesi 500 mila euro. Ai Mulini di Quero Vas il torrente Tegorzo è stato sistemato con un’uscita di 215 mila euro. Di analoga entità la difesa spondale del Cordevole in località Mastellà. A Lozzo di Cadore sono già stati consegnati i lavori il Rio Rin per 150 mila euro. Di 130 mila, invece, il monitoraggio della frana del Tessina, a Chies d’Alpago, che tanta preoccupazione ha sollevato tre mesi fa. —
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