Il biodistretto finisce in Provincia
BELLUNO. La discussione sul biodistretto si sposta a Palazzo Piloni. È questa la decisione della commissione urbanistica comunale, che si è riunita giovedì sera per affrontare anche il tema della provincia bio. Congelato da mesi e riportato all’attenzione del consiglio comunale grazie ad un’interrogazione del Movimento 5 stelle.
Giovedì sera sul tavolo è stato messo un ordine del giorno scritto a più mani dai gruppi che siedono in consiglio, ma la votazione è stata rinviata perché sono necessarie alcune modifiche. In ogni caso, l’ordine del giorno propone che sia la Provincia a fare da coordinatrice, al fine di realizzare il progetto e trasformate il Bellunese in una provincia bio. Un biodistretto.
«Nel 2013, quando la Provincia era commissariata, il Parco aveva diffuso un protocollo d’intenti per promuovere l’agricoltura biologica, e aveva chiesto alle Comunità montane di fare da tramite con i Comuni», ricostruisce il presidente della seconda commissione, Emiliano Casagrande. La Comunità montana Belluno - Ponte stravolse quel documento, eliminando il termine “biologico” a favore di espressioni quali “bioecologico” e il regolamento non venne adottato perché si scontrò con le resistenze di chi chiedeva un documento più rispettoso delle intenzioni del Parco.
Dopo molti mesi, la questione è tornata di attualità e giovedì è stata affrontata in seconda commissione: «Qualche settimana fa ci siamo ritrovati in commissione e abbiamo deciso di scrivere questo ordine del giorno», conclude Casagrande. «Ora una Provincia c’è e pensiamo sia corretto che questo diventi l’ente coordinatore per attuare il progetto. Speriamo si possa riaprire un confronto sul tema, che riteniamo molto importante. Non si tratta di impedire certe coltivazioni, ma di favorire quelle biologiche». (a.f.)
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