Il Boz è più sicuro grazie alla piazzola per l'elicottero dedicata dal Soccorso alpino ai caduti di Falco

Inaugurata al rifugio l’area di atterraggio rimessa a nuovo. Il Cnsas feltrino attende tre nuovi volontari 

«La memoria non deve essere statica, esaurirsi in un ricordo, ma deve interagire con il presente». E il presente, frutto della memoria per i quattro uomini del Soccorso alpino vittime dell’incidente di Falco a Rio Gere, è una piazzola per l’elisoccorso rimessa a nuovo e resa più funzionale accanto al rifugio Boz, frutto del lavoro degli uomini della stazione del Soccorso alpino e speleologico di Feltre che hanno voluto dedicarla proprio a Dario De Felip, Fabrizio Spaziani, Marco Zago e a Stefano Da Forno, membro del Cnas di Feltre.

«La memoria deve essere una continuazione di quanto questi generosi uomini hanno fatto e di quanto oggi altri uomini del Soccorso alpino continuano a fare», ha detto il presidente del Cai di Feltre, Ennio De Simoi, inaugurando la piazzola assieme al sindaco di Feltre Paolo Perenzin, all’assessore di Cesio Carlo Gris e alla sorella di Da Forno. «E questa piazzola ammodernata è un esempio di questa concretezza».

Concreti e pragmatici, gli uomini del Soccorso alpino di Feltre ieri, prima della cerimonia, hanno trovato l’occasione di fare una esercitazione di hoovering con l’elicottero, mentre un gruppone di allievi della scuola di alpinismo del Cai di Feltre – ben quaranta persone – lasciava il rifugio Boz dopo il pernottamento per cimentarsi nell’ascensione al Sass de Mura, forse un record in quanto a numero di partecipanti.

Il Boz, d’altra parte, è uno dei punti di forza del Cai di Feltre. In territorio di Cesiomaggiore, di proprietà del Comune di Mezzano, gestito dal Cai di Feltre e inserito nel Parco delle Dolomiti, è anche per questo uno snodo strategico raggiungibile sia dalla Val Canzoi, sia dalle Vette Feltrine sia dalla Val Noana.

E da ieri, con l’inaugurazione della piazzola per l’elisoccorso rimessa a nuovo, è anche più sicuro.

«L’abbiamo rimessa in sesto senza nessun movimento terra», sottolinea Marcello Broccon, capostazione Cnsas di Feltre, «e ora è più fruibile grazie anche ad un piccolo spostamento, nell’eventualità che ci fossero problemi al rifugio.Con l’occasione abbiamo deciso di intitolarla ai quattro caduti di Falco, ricordando che Stefano Da Forno faceva parte della nostra stazione».

Una stazione Cnsas giovane, quella di Feltre, che conta su 27 volontari operativi e che si prepara ad accoglierne altri tre nei propri ranghi. Stanno affrontando le selezioni in questo periodo, infatti, tre giovani aspiranti soccorritori. Se passeranno i test su roccia e in ambiente innevato potranno poi iniziare l’anno previsto di addestramento alle tecniche di soccorso, diventando poi a tutti gli effetti soccorritori del Cnsas di Feltre. —


 

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