Il Cadore piange Cesare Passuello
PIEVE DI CADORE. Nella notte tra venerdì e sabato è scomparso Cesare Passuello, 89 anni, l’uomo che ha messo in piedi la rete di supemercati a marchio Despar e Super A&O distribuita in molti paesi del Cadore e che oggi è in mano ai suoi figli. Passuello lascia la moglie Anna Paola (con la quale appena un mese fa aveva festeggiato 60 anni di matrimonio), quattro figli e otto nipoti; i funerali si svolgeranno domani alle 15 nella chiesa arcidiaconale di Pieve.
Cesare Passuello era nato a Calalzo il 13 maggio 1926 in una famiglia di commercianti con cinque figli (dopo la sua scomparsa, ne rimane in vita solo uno); la sua giovinezza è stata segnata da una grande passione per il calcio, che ha praticato per molti anni a Calalzo. Più tardi, anche se gli impegni lavorativi lo avevano assorbito completamente, la sua voglia di sport non lo aveva mai lasciato, tanto che fu tra i primi ad aderire alle iniziative turistico sportive per la costruzione di impianti di risalita in Centro Cadore. La famiglia Passuello, che nel dopoguerra possedeva un magazzino a Domegge, negli anni ’60 si associò alla ditta Genova; insieme, spostarono l’attività a Calalzo stazione, dove la famiglia Passuello rimase compatta fino agli anni ‘70. Nel 1973 Cesare si staccò dalla ditta familiare e, per un periodo, si trasferì a Bassano del Grappa, dove rimase fino al 1974 quando (era l’1 ottobre) aprì una sua azienda a Nebbiù; quella che diventò poi la sede principale della sua attività commerciale al minuto e all’ingrosso. All’inizio erano solamente in tre: il titolare, un rappresentante e una impiegata. Quest’ultima, Luciana Giacomelli, lo ricorda con affetto: «E’ sempre stato gentile e disponibile. Un capo esemplare, anche se i primi anni sono stati proprio duri». Erano gli anni nei quali stavano nascendo i supermencati e l’A&O di Cesare Passuello, che distribuiva anche combustibili da riscaldamento, iniziò a prosperare: in poco tempo s’ingrandì, conquistando buone fette di mercato. Cesare Passuello fu anche un imprenditore accorto e di larghe vedute: comprese presto che il futuro dell’alimentare era legato anche alla surgelazione e alla conservazione degli alimenti. Per questo costruì, a ridosso del magazzino, quello che ancora oggi è il “frigorifero” più grande del Cadore.
Vittore Doro
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