Il Cadore si veste a lutto in difesa delle piccole imprese di montagna
Commercianti e albergatori hanno organizzato una manifestazione che si svolgerà giovedì a Pieve di Cadore: "Ora servono fatti"
BELLUNO
. Commercianti, albergatori, piccoli imprenditori si mobilitano contro il triste futuro a cui è destinata la piccola impresa di montagna. E per far sentire la propria voce di dissenso e dire basta a politiche miopi nei confronti degli imprenditori hanno organizzato una manifestazione, che si preannuncia molto scenografica, che si svolgerà giovedì primo settembre a Pieve di Cadore a partire dalle 18. E per l'occasione i commercianti stanno distribuendo delle epigrafi che verranno affisse sulle vetrine delle attività commerciali in cui si denuncia la «prematura scomparsa della piccola impresa», e si richiama tutti, anche semplici cittadini, ad aderire al corteo si si snoderà nella via centrale di piazza Tiziano. E come spiega bene l'ultima frase che chiude l'epigrafe si chiedono «non chiacchiere ma fatti concreti».
Insomma, il territorio bellunese dimostra ancora una volta, come ha fatto nei giorni scorsi a Calalzo davanti ai ministri, di essere stanco di come viene trattata dalla politica la montagna, «sempre più bistrattata, ai margini, snobbata dai vertici romani della politica, mortificata», e ha deciso di far sentire la propria voce, la propria rabbia. «Ci hanno trattati a pesci in faccia i ministri quando sono venuti a Calalzo. Il presidente del Comitato refendario, malgrado le 18mila firme raccolte, ha atteso due giorni di essere ricevuto da Calderoli, ma senza successo. E' una vergogna che questi signori vengano qui in vacanza e non si degnino nemmeno di darci il contentino», sbotta Gildo Trevisan presidente di Federalberghi, tra gli organizzatori della manifestazione. Giovedì verrà messa in scena «un'azione allegorica ad alto effetto mediatico con la rappresentazione di un simbolico funerale che annuncia la morte della piccola impresa bellunese, che, senza destare alcun clamore, ha già chiuso i battenti. Sono centinaia le imprese che non ci sono più», precisa Moreno Broccon, presidente del Comitato referendario e tra gli organizzatori dell'evento che annuncia che «in segno di appoggio alla manifestazione, verranno tenute abbassate le saracinesche». «Vogliano segnalare il cronico abbandono della politica verso le "terre alte", ma anche lanciare proposte concrete per innescare un nuovo ciclo di sviluppo economico per le nostre splendide montagne Unesco», dicono gli imprenditori del turismo. «Rilancio che sarà possibile solo se verso la montagna giungano solidarietà e attenzioni nonchè il credito della politica. Dobbiamo rivendicare la tanto attesa perequazione con interventi finanziari a difesa della fragile economia bellunese», dice anche Broccon. «Vogliamo attirare l'attenzione dei media verso i problemi della montagna ancora irrisolti, con l'auspicio che il messaggio arrivi forte e chiaro ai politici regionali e nazionali», sottolineano gli organizzatori che passano ad elencare i mali che affliggono il territorio montano come la poca attenzione alle nostre proposte di sviluppo; i timori per la tenuta economica del Cadore e di tutto il bellunese; l'insufficiente sostegno alle piccole imprese di montagna e la necessità di maggiore solidarietà e credito politico, il taglio al trasporto con minori servizi e maggiori costi. Chiediamo», continuano, «finanziamenti per il rilancio competitivo delle imprese e del territorio Unesco; minore costo dell'energia per chi vive in montagna e la difesa dell'acqua quale nostra principale risorsa». Il Bellunese fa sul serio: tocca alla politica recepire queste richieste.
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