Il Caffè Manin al figlio dell’ex gestore

La licenza va alla «Ftk»: ne fanno parte Roberto Vittoria e Monica Sanvido
Tavolini affollati al Manin
Tavolini affollati al Manin
BELLUNO.
Nonostante il fallimento, il Manin si tramanda di padre in figlio. Ad aggiudicarsi la licenza dello storico caffè di piazza Martiri, per soli 62 mila euro, è stata ieri la società Ftk, realtà nata un mese fa e che vede come socio di maggioranza il figlio del vecchio gestore. Sono usciti sconfitti dalla trattativa una privata bellunese, e - a sorpresa - il colosso Segafredo-Zanetti.

La famiglia Vittoria ritorna in possesso del Manin, a quasi cinque mesi dall'improvviso quanto eclatante fallimento che coinvolse anche il caffè gemello Deon, catapultando il cuore della città nello smarrimento.

Dopo l'asta di settembre, andata deserta, il curatore fallimentare Luciano Licini ha ospitato ieri mattina nel suo studio feltrino i tre soggetti interessati all'operazione: una privata bellunese, Alida Casal, il colosso della torrefazione made in Italy, Segafredo-Zanetti, e la neonata Ftk srl, costituita per l'occasione e composta da due soci che con il vecchio Manin hanno più di una cosa in comune.

Se amministratore unico della società a responsabilità limitata è Monica Sanvido, ex collaboratrice del noto locale, socio di maggioranza risulta Roberto Vittoria, figlio diciannovenne di Rodolfo Vittoria, responsabile della Rovigest, la società che fino al maggio scorso gestiva i due bar in piazza.


Cronistoria di un'asta.
L'apertura delle buste è avvenuta ieri mattina a Feltre, nello studio del curatore Licini, dove sono state aperte le tre buste depositate negli scorsi giorni dai partecipanti. L'asta per l'acquisizione della licenza è partita da una base di 50 mila euro, la somma più alta fra quelle presentate.

Da qui la gara al rialzo, durata - è il caso di dire - il tempo di un caffé, a suon di rilanci da tremila euro ciascuno. La montagna ha però partorito il topolino, con la trattativa che si è arenata a quota 62 mila. La metà esatta dei soldi che nel settembre scorso il gruppo trevigiano Goppion caffè ha scucito per rilevare la licenza del bar Deon, ormai prossimo all'apertura.

La sorpresa a questo punto è duplice. Da un lato c'è infatti una neonata srl (la Ftk) che sbaraglia la concorrenza di un marchio come la Segafredo, dall'altro la scoperta che della Ftk fa parte Roberto Vittoria, figlio di Rodolfo.


Gestione incerta.
«Questo non significa che la Ftk si occuperà anche della gestione», mette le mani avanti Mario Spinazzè, avvocato di Sanvido. «Occuparsi di un bar così grande e prestigioso non è facile», la premessa cui segue una mezza ipotesi, «non è da escludere che la gestione sarà affidata a una struttura diversa. La società per il momento ha solo acquisito un ramo dell'azienda».

Quanto alla presenza nella società, quale socio di maggioranza, di Roberto Vittoria, non c'è nulla di strano, o peggio illegittimo: «E' un elemento non significativo», dice il legale, che ripercorre invece le fasi della trattativa. «Contavamo in una maggiore partecipazione e invece ci siamo ritrovati praticamente da soli. La stessa Segafredo non sembrava realmente interessata. Forse si aspettava una certa concorrenza».

Esprime soddisfazione il presidente dei creditori, Mauro Sferrazza: «Il rischio era che la licenza andasse in fumo. Ringrazio Licini che, spalleggiato dall'amministrazione comunale, è riuscito a portare avanti una trattativa nata male». Quanto all'affitto dei locali, non si è ancora raggiunto un accordo con la proprietà, l'Unicredit: «Siamo fermi a settemila euro al mese», conclude Spinazzè. Il Manin non volta del tutto pagina.

Argomenti:manin

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi