Il cane rubato ritrovato a Fontanafredda
Zuma è tornato a casa. Il pastore siciliano rubato il 16 giugno a Maieran, frazione di Sedico, è stato ritrovato dai carabinieri nel rifugio “Tra le zampe di Sammy” di Fontanafredda, in provincia di Pordenone. Il cane era in buone condizioni e, quando ha rivisto il suo padrone Alan Precoma, gli ha subito fatto le feste, saltandogli addosso e cominciando a scodinzolare contento. Manca però il microchip, che gli è stato estirpato.
I militari della Compagnia di Feltre hanno chiuso le indagini, partite dopo la denuncia di Precoma e proseguite sulla base delle immagini girate dalla telecamera di sorveglianza di una vicina di casa, che aveva ripreso due individui nell’atto di aprire il cancello, entrare nel giardino e portare via l’animale. Precoma ha ritenuto di riconoscere in loro altrettante volontarie animaliste che, conoscendo Zuma, non avevano avuto grandi difficoltà nel prelevarlo e caricarlo in macchina.
Ma saranno le indagini a fornire tutte le risposte ai molti interrogativi.
Il cane era arrivato nell’abitazione di Sedico più o meno un anno fa, proveniente dal sud Italia, e non aveva problemi. Era in salute e non c’è nessun segnale che faccia pensare che sia stato maltrattato dalla sua nuova famiglia. Eppure qualcuno ha deciso di rubarlo e portarlo in Friuli, non prima di averlo privato del chip.
Nel corso di queste due settimane, molteplici sono stati gli appelli lanciati da Precoma affinché l’animale gli venisse restituito, sul suo profilo Facebook e rilanciati nei gruppi social e da Radio Più.
Ieri l’epilogo di una vicenda, che stava diventando ogni giorno più dolorosa è preoccupante. Alle 15, ha postato un messaggio gonfio di sollievo e anche di emozione: «Ciao a tutti, oggi è finalmente ritornato Zuma. Un grazie di cuore a tutte le persone che ci hanno aiutato a ritrovarlo e specialmente alle forze dell'ordine di Sedico».
Una pattuglia è arrivata a Fontanafredda, per prelevare il cane e riportarlo a casa. Almeno due persone risultano indagate per ipotesi di reato che possono andare dal furto aggravato al maltrattamento di animale.
Intanto, le associazioni animaliste prendono le distanze dal metodo che è stato usato da chi ha preso Zuma: «Non si fa così, in ogni caso», sottolinea un’appassionata di animali come l’agordina Iliana Comina, «se c’è la sensazione che un cane non stia bene, si seguono strade completamente diverse. Non è che qualcuno va a prenderlo e se lo porta via, ci mancherebbe. Conosco il caso e so che Zuma non era maltrattato».
Eppure c’è chi gli ha estirpato il microchip: «È un’operazione, questa, che può fare soltanto un veterinario, perché l’animale va sedato, in quanto è come un piccolo intervento chirurgico e provoca senz’altro dolore. Non può certo eseguirlo chiunque». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi