Il casco da sci del futuro in cerca di finanziatori
LONGARONE. Un casco innovativo che ha tutte le carte in regola per sfondare nel mondo dello sci. Ma è in attesa di un imprenditore illuminato. È più leggero, ergonomico ed è in grado di ospitare sistemi tecnologicamente avanzati come il gps bidirezionale, segnalazione sotto-valanga, biosensori, led per il miglioramento della visibilità, accelerometro, collegamento tipo “walkie-talkie”. Dell’ideazione si è occupato DolomitiCert di Longarone, leader project di “Safe-a-head”, il progetto Interreg IV Italia-Austria che punta allo “sviluppo di un nuovo casco e di una maschera innovativi per l’aumento della sicurezza - diffusione nella pratica dell’attività sportive”.
«In quanto ente di diritto privato, ma di utilità pubblica», ha spiegato il direttore generale Luigino Boito, «noi non possiamo brevettare il progetto ma ci siamo fermati alla fase di preindustrializzazione. Possiamo però essere degli “apostoli” e il nostro compito è di far incontrare chi può essere interessato a prendere in mano il progetto e ingegnerizzarlo».
A questo scopo è stato infatti organizzato l’evento di venerdì, ospitato alle 10 nella sala delle Regole di Cortina. Nel corso dell’incontro saranno portati i risultati finali del progetto Interreg, quindi i prototipi, i metodi di prova e le apparecchiature sperimentali messe a punto. «L’obiettivo è incrementare gli standard di sicurezza richiesti oggi dalle normative nella pratica dello sci alpino», precisa Boito. «Non a caso il progetto nasce dagli stessi responsabili del mondo sportivo. L’idea è emersa dall’Assessorato al Turismo e alle politiche economiche e dall'Associazione maestri di sci della Provincia di Bolzano. Si è sviluppata quindi per noi una collaborazione con le università di Salisburgo e Innsbruck, nonché con quella di Padova».
I vantaggi dell’introduzione della nuova tipologia di casco pensata da DolomiCert, istituto autorizzato alla certificazione delle attrezzature di sicurezza e sportive, potrebbero essere a 360 gradi: basti pensare alla ricaduta che potrebbe avere un utilizzo a largo raggio del casco tra i maestri di sci, che incrementerebbe a pioggia quello tra gli allievi. Ma, ancor più, la diffusione del dispositivo tra gli sciatori amatoriali, sgravati dal “peso” del casco in commercio oggi. Attualmente sono circa 10 mila i maestri di sci (solo per quanto riguarda l’Italia) iscritti all’Associazione dei maestri di sci. Considerando che ogni maestro impartisce lezioni a un numero minimo di 20 persone alla settimana, sono oltre 3 milioni i potenziali utilizzatori del casco.
Ma il casco così concepito rappresenterebbe un vantaggio per tutti gli anelli della catena: dai produttori, considerata la potenzialità di espansione di un prodotto del genere sul mercato, al consumatore finale, sia a livello agonistico che amatoriale, passando per i noleggiatori che potrebbero fruire di questa innovazione. «I riscontri potrebbero essere importanti dal punto di vista anche dell’occupazione», sottolinea Boito. «All’incontro di venerdì saranno tanti i presenti anche del territorio bellunese e ci auguriamo che possa sorgere interesse». Alla giornata interverranno Jahnel Ruediger e Antonello Marega dell’Università di Saliburgo, Nicola Petrone dell’ateneo di Padova e Tommaso Morandin di DolomiCert, che si è occupato del coordinamento del progetto e della verifica delle caratteristiche del casco.
Martina Reolon
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