Il caso Nis, la fumata è grigia ma le parti si rivedranno ancora
BELLUNO. Fumata grigia anche ieri per la vicenda Nis. Una giornata molto intensa, con tutte le parti in causa (imprenditori, sindacati, Nis e Comune) che si sono sedute attorno a un tavolo a palazzo Rosso, invitate dal sindaco Massaro, per cercare un accordo che possa accontentare il più possibile tutti.
Ogni parte ha messo sul tavolo le proprie richieste e da lì è iniziato il confronto. La discussione, però, non poteva non prescindere dall’esame dei conti. Attualmente nel conto corrente della Nis ci sarebbero 100 mila euro, mentre ne resterebbero da pagare 30mila per le competenze arretrate (cioè il Tfr), 6.400 di contributi previdenziali a carico dei lavoratori, 52mila a carico della Nis, 63mila per imposte Irpef, sempre a carico della società sportiva, per un totale di 150mila euro. Quindi sono privi di copertura circa 50mila euro, a cui andrebbero aggiunti, secondo quanto afferma Renato Bressan della Filt Cgil, «il pagamento delle indennità sostitutive per il mancato preavviso e il 20% del saldo degli stipendi. Inoltre, manca all’appello il risarcimento del danno per i tre contratti irregolari fatti ad altrettanti lavoratori».
«Siamo pronti», dice Bressan, «a fare un accordo in extremis. Da questo, però, restaranno fuori le liquidazioni dei lavoratori, visto che la Nis non può pagarle. Per garantire quanto dovuto, ci impegniamo a insinuarci nel fallimento per far pagare queste voci al fondo di garanzia dell’Inps».
Ma resterebbero da risarcire i tre lavoratori stagionali per i contratti irregolari: «Se facciamo l’accordo, questi si accontenterebbero di un numero inferiore di mensilità rispetto a quanto previsto per legge», rassicura il sindacato.
La new.co ha poi precisato di poter assumere solo cinque dei sette lavoratori a tempo indeterminato, con il Comune che si è detto disponibile a trovare un posto all’interno di una delle sue società partecipate ai due in eccedenza.
Se queste condizioni «saranno accolte entro oggi, l’accordo potrà essere siglato, dando via libera all’operazione, altrimenti si dovrà rivedere il tutto e i tempi si allungheranno di molto», tuona Bressan.
Venerdì, intanto, il liquidatore pare intenzionato a portare i libri della Nis in tribunale: se così fosse, la società sarebbe dichiarata fallita.
Il sindaco Massaro non si pronuncia su quale potrebbe essere l’esito di questa vicenda. «Ho convocato le parti e insieme abbiamo fatto un’attenta analisi delle necessità e delle problematiche di ciascuna delle parti in causa. Abbiamo messo le carte in tavola, eseguendo anche delle verifiche sulle situazioni dei dipendenti (pregresso, contratti). Alle 18, quando ci siamo ritrovati, abbiamo ipotizzato alcune soluzioni che cercassero di sistemare tutte le problematiche. Ma ad oggi sono necessarie altre verifiche per poter venire incontro alle richieste delle parti. Queste ulteriori analisi saranno fatte già oggi: in base a quanto emergerà, si potrà decidere se l’operazione andrà in porto. Ho notato, comunque, un approccio pragmatico da parte di tutti. E diversamente non poteva essere, visto che la sottoscrizione dell’accordo è vantaggiosa per tutti».
«Abbiamo dimostrato che non facciamo politica, stiamo solo dalla parte dei lavoratori», conclude Bressan. Gli animi sono ancora caldi e la partita è aperta.
Intanto anche gli Amici del Nevegal invitano a chiudere al più presto questa vicenda «nell'interesse del Nevegal, scongiurando il grave rischio di chiusura degli impianti e la condanna a morte de colle e del relativo indotto lavorativo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi