Il censimento: in provincia 18 mila cervi

Palazzo Piloni ribatte alle accuse della Lav: «Sulla caccia lavoriamo con un approccio scientifico, non sentimentale»

BELLUNO. No all’approccio «sentimentale», sì a quello scientifico. Questa la risposta della Provincia di Belluno alla richiesta della Lav di rivedere i piani di abbattimento. Il tema della caccia torna ad infiammare il dibattito bellunese: da una parte la Lega Anti Vivisezione che, per voce del responsabile nazionale Massimo Vitturi, sottolinea un conflitto di interessi per i cacciatori che effettuano i censimenti. Dall’altra l’ente provinciale che, per legge, è chiamato a gestire un patrimonio collettivo.

Pietra dello scandalo l’ultimo censimento della fauna selvatica nel territorio comunale di Mel che ha visto la collaborazione attiva della Lav: tre volontarie, accompagnate dalla polizia provinciale, hanno battuto i “percorsi di censimento” per un totale di 80 chilometri. Ma il numero di animali contati durante l’uscita, troppo pochi per la Lav, ha destato preoccupazione nell’associazione. Una preoccupazione infondata, secondo la Provincia. Solo nelle uscite con la Lav, spiega il consigliere provinciale con delega alla Caccia Pierluigi Svaluto Ferro, sono stati avvistati 115 cervi, 24 caprioli, 10 lepri e 5 volpi. L’uscita alla quale ha partecipato la Lav, inoltre, è solo una delle tante effettuate dalla polizia provinciale per censire, o meglio stimare, la popolazione animale nel Bellunese. «Copriamo un reticolato di 1500 chilometri» spiega Svaluto Ferro, «suddivisi in 109 percorsi che vengono percorsi in quattro uscite». In quella del 9 aprile sono stati avvistati contemporaneamente oltre 5 mila cervi.

I dati raccolti dalla polizia provinciale in collaborazione con le riserve di caccia vengono poi elaborati secondo le direttive dell’Ispra. «Dai dati in nostro possesso» continua il consigliere, «i cervi in provincia si aggirano sulle 18 mila unità». A questi si sommano i caprioli, più difficili da censire, che sfiorano i 6 mila capi, e circa 700 volpi.

«La Lav ha ritenuto di criticare l’amministrazione provinciale e il mondo venatorio bellunese sulla base di alcune uscite che rappresentano solo una parte minimale del lavoro svolto per il censimento del cervo» aggiunge Svaluto Ferro, «i dati confermano un continuo incremento del patrimonio faunistico». Svaluto Ferro difende anche l’apporto che i cacciatori danno alla buona riuscita del censimento: «Non si vede all’orizzonte nessuna forma di volontariato sostitutiva. La Provincia è chiamata a gestire un patrimonio collettivo, l’ha fatto e lo farà sulla base delle migliori conoscenze di tipo scientifico, non ci si chieda di farlo sulla base di un approccio sentimentale». (v.v.)

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