Il centro antiviolenza ha aiutato 583 donne in 11 anni
BELLUNO. Lo sportello di Feltre ha aperto da tre settimane, ma ha già risposto ai bisogni di sei donne. Cresce l'associazione BellunoDonna, cresce l'attività del centro antiviolenza, che offre una risposta alle donne che decidono di riprendersi in mano la loro vita mettendo fine alla spirale di violenze subite.
In undici anni il centro, che è stato aperto il 1° dicembre 2004, ha effettuato 3.165 interventi: 2.580 colloqui telefonici e di persona, 154 consulenze legali, ricevuto 431 contatti con altri servizi del territorio (servizi sociali, forze dell'ordine, scuole, ecc). Fino al 31 dicembre 2015 erano 583 le donne che avevano contattato il centro. «Significa una alla settimana», riflette la presidente dell'associazione, Anna Cubattoli. «Solo l'anno scorso sono state ottanta».
Due donne hanno avuto bisogno di ospitalità nella casa di secondo livello, che il centro mette a disposizione grazie ad una convenzione con il Comune che è appena stata rinnovata anche per il 2016. Palazzo Rosso paga l'affitto, all'associazione spettano le utenze. Una delle due donne vive ancora nella casa alloggio. «Ci stiamo preparando per ospitarne un'altra», aggiunge la Cubattoli.
Soddisfatta per essere riuscita ad allargare l'attività del centro alla parte bassa della provincia: lo sportello di Feltre, che si trova in piazza Maggiore risponde allo 0439-885118 tutti i lunedì dalle 15 alle 19. «Quando le donne vengono a sapere dell'esistenza del centro e dell'aiuto che offre, ci contattano. La maggior parte sono italiane, l'età va dai 18 ai 72 anni». E le violenze nella maggior parte dei casi sono compiute dai loro compagni di vita o da un familiare.
L'associazione intanto sta crescendo e ha numerosi progetti in ballo. Grazie al finanziamento ottenuto dalla Regione lo sportello di Belluno è aperto con maggiore frequenza rispetto al passato (il presupposto per ottenere il contributo era di garantire apertura almeno per cinque giorni alla settimana): le volontarie rispondono al telefono (0437-981577) e incontrano le donne il martedì, giovedì e venerdì dalle 10 alle 12, il mercoledì dalle 15 alle 19. Sono aumentate anche le volontarie: una decina di donne feltrine sta facendo il corso di formazione.
L'associazione ha in corso anche progetti nelle scuole: la ricerca “Young to younger” attuata grazie alla collaborazione del Centro servizi per il volontariato ha evidenziato che la violenza viene tollerata dai ragazzi e così è nato un progetto di peer education per la prevenzione della violenza di genere. I dati erano preoccupanti, perché la violenza viene tollerata, sia dai maschi che dalle femmine. Al momento il progetto si svolge nelle scuole feltrine, ma sarà allargato.
Per l'8 marzo non sono in programma iniziative, un po' perché le attività in corso sono molte e le forze limitate, un po' perché “feste” come questa piacciono poco ad associazioni che hanno a che fare con le donne, e con la violenza, 365 giorni all'anno.
La richiesta dell'associazione, nonostante la situazione sia migliore rispetto ai tempi in cui si ventilava addirittura la chiusura del centro antiviolenza, rimane invariata: maggiori finanziamenti. La Regione ha messo a disposizione due tranche di contributi da 20 mila euro ciascuna, ma sono cifre insufficienti per gestire case alloggio, rifugio (che a Belluno non c'è), per aiutare le donne e portare avanti ricerche e progetti di sensibilizzazione.
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