Il centro commerciale a Lentiai «non serve»
Confcommercio e il sindacato alimentaristi perplessi sul nuovo superstore fra Cesana e la Pandolfo
LENTIAI. Perplessità sulla realizzazione di un’opera che sarebbe «in contrasto con la necessità dell’economia del territorio». A esprimerle sono Guido Pante, referente del polo feltrino di Confcommercio, e Andrea Dal Pont, presidente del sindacato alimentaristi. Sul tavolo la realizzazione di un nuovo centro commerciale a Lentiai. Precisamente un superstore: una grande superficie di vendita di 4 mila metri quadri che andrebbe a sorgere nell’area affacciata sulla Sp1 tra Cesana e la Pandolfo, con una rotatoria davanti allo stabilimento.
Il progetto è stato depositato a maggio in Provincia per la verifica di assoggettabilità alla Valutazione d’impatto ambientale (Via). A firmarlo Marcello Cestaro, l'imprenditore vicentino cui fanno capo il gruppo Unicomm e aziende come Guarnier e Famila. «Abbiamo seguito l’evoluzione procedurale e sappiamo che la partita è solo iniziata», afferma Pante. «Non essendoci state ancora deliberazioni formali, riteniamo importante confrontarci con l’amministrazione per comprendere se davvero quest’opera è così importante per l’economia della zona». Volontà di apertura e dialogo, quindi, da parte di Confcommercio. Ma anche perplessità nei confronti di «soluzioni precostituite e potenzialmente portatrici di effetti dannosi per il territorio».
«L’apertura dell’ennesima struttura di grande distribuzione porterà ancor più difficoltà agli operatori del dettaglio alimentare dislocati nei paesi, che svolgono un vero servizio alla popolazione», fa eco Dal Pont. «Molti fattori di crisi li stanno piegando, ma questa potrebbe essere l’ultima tegola che ne determina la chiusura. Un danno non solo per l’economia, ma per tutto il territorio».
«Interpelleremo sindaco e uffici comunali, con i quali peraltro ci siamo già rapportati nei mesi scorsi, per evidenziare alcuni passaggi che riteniamo indispensabili e che pensiamo debbano essere considerati prima di prendere decisioni definitive», dicono ancora Pante e Dal Pont. «Anche la normativa prevede un’interlocuzione con i soggetti rappresentativi, quale è la nostra associazione: auspichiamo che non sia un’interlocuzione formale, ma aperta alla discussione nel merito».
(m.r.)
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