Il centro di Paludi cambia nome e ora può decollare
PONTE NELLE ALPI. Non più centro di Paludi ma “Porta delle Dolomiti”. Con l’obiettivo di ridare opportunità al territorio. «Finalmente, dopo anni, si volta pagina e si comincia a scrivere una nuova avventura», ha commentato ieri il sindaco di Ponte nelle Alpi, Paolo Vendramini, al termine del tanto atteso incontro con alcuni funzionari tecnici e amministrativi del gruppo Intesa San Paolo, che circa due settimane fa, dopo un percorso iniziato a settembre 2016, ha completato l’acquisizione dell’area del centro di Paludi.
Centro che cambierà anche nome, visto che ieri amministrazione e Intesa San Paolo hanno deciso di comune accordo che tutta la zona si chiamerà “Porta delle Dolomiti”.
«Una proposta arrivata dal sottoscritto e che è stata accettata. Così come si è condiviso il fatto che vogliamo ridare opportunità al territorio», dice ancora il sindaco. «Del resto, ci troviamo in un punto strategico e baricentrico, collocato all’uscita dell’autostrada, vicino alle stazioni ferroviarie, a un’ora da Cortina e da Venezia, a 20 minuti dal Trevigiano». Ed è proprio la posizione dell’area ad aver convinto Intesa San Paolo a puntare su una nuova destinazione d’uso: non più spazi a carattere commerciale, ma un vero e proprio polo logistico, in funzione dei bisogni di realtà industriali.
Lo scorso anno si sono rivolte al Comune tre aziende (arrivati in municipio anche degli emissari di Luxottica, che poi però si sono indirizzati verso Sedico). «Ora i vertici di Intesa incontreranno le aziende a Milano, nella sede del gruppo bancario, e discuteranno dei progetti», spiega Vendramini, presente alla riunione con i responsabili di settore Stefano Triches, Sergio Deon e Veniero Levis. «Intesa non si è per ora pronunciata sui tempi di realizzazione, ma ha assicurato che intende muoversi con celerità. Non sappiamo se venderanno l’area o se si accorderanno per una gestione comune».
Certo è che entro un mese il gruppo provvederà a mettere in sicurezza e a garantire la manutenzione ambientale dell’area. Ciò significa che gli spazi saranno delimitati come si fa per i cantieri e che si taglieranno piante, erbacce e arbusti. Ora chi passa davanti a Paludi si trova infatti di fronte a un’area degradata.
«Siamo finalmente arrivati a un punto di svolta», commenta ancora il sindaco, che ieri ha prima incontrato i funzionari in municipio a Cadola e poi li ha accompagnati in sopralluogo a Paludi. La proprietà dell’area, fino all’assorbimento da parte di Intesa San Paolo, è stata in mano all’azienda Tm2 Spa, che aveva presentato in Regione a fine novembre del 2014 la richiesta di apertura sulla base della nuova legge. E, dopo l’ok del 2015 da Venezia, avrebbe avuto tre anni di tempo per portare a termine l’opera. Operazione che non è mai avvenuta.
Martina Reolon
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