Il centrodestra tratta, ipotesi per Belluno: collegio Camera a FdI, la Lega al Senato
Partono le consultazioni con i territori, ma deciderà il nazionale. Delicata la situazione del Carroccio. De Carlo: «Nulla è scontato»
BELLUNO. Luca De Carlo all’uninominale della Camera e un leghista a quello del Senato, con Franco Gidoni in pole position, almeno al momento. Si stringono i tempi delle trattative delle candidature per le elezioni politiche, ma ci sono ancora molte cose da definire e le decisioni spettano tutte ai vertici nazionali.
Le coalizioni, ad esempio, perché soprattutto nei seggi uninominali vince chi ha le spalle più larghe. Il centrodestra farà questo passaggio mercoledì, negli uffici romani della Lega (perché sono i più grandi), riunendo Salvini, Meloni e Berlusconi, che dovranno anche parlare di programmi e di come spiegare agli elettori che, dopo un lungo periodo da separati, ora si torna uniti.
Poi verrà il momento degli assetti, cioè di chi prenderà i seggi più blindati.
I territori sono gli ultimi a poter dire la loro, ma in provincia di Belluno si fa strada l’ipotesi che il seggio della Camera stavolta vada a Fratelli d’Italia, che in De Carlo ha il suo rappresentante più forte. Di conseguenza, il Senato (sempre uninominale) dovrebbe andare alla Lega e qui le cose si complicano, perché il collegio comprende anche tutto Treviso che ha uscenti di rilievo e che non mollerà facilmente. Il Carroccio bellunese può rivendicare sui vicini di casa il recentissimo risultato delle elezioni comunali, vinte sia a Belluno che a Feltre in una tornata che ha visto la Lega più in affanno del solito nel resto del Veneto. Ma serve comunque un’azione decisa per strappare quella candidatura.
Dopo una prima riunione preliminare dei giorni scorsi, ieri sera il direttorio provinciale si è riunito di nuovo e il commissario provinciale Gidoni ha dato mandato di raccogliere i desiderata delle sezioni. In base alla sua esperienza è proprio Gidoni ad avere più chance, ma non si può escludere un cambio radicale, magari a favore della nuova generazione più vicina al regionale Stefani.
Di sicuro la montagna vorrà dire la sua, così come il Feltrino e si attende una rosa di nomi che torneranno utili anche per le liste plurinominali.
Per quanto riguarda Forza Italia, i bellunesi possono contare solo sui legami e sui contatti personali dei singoli esponenti per un buon posto al plurinominale, ma la questione è ancora in alto mare. L’uscente, i deputato Dario Bond, non si è ancora espresso e non lo farà ancora per qualche giorno.
Tornando a Fratelli d’Italia, De Carlo chiede prudenza: «Ho imparato sulla mia pelle che nella vita non c’è nulla di scontato», dice il senatore e responsabile regionale del partito. «Ora la priorità è costruire un bel programma. Il centrodestra deve recuperare credibilità se vuole presentarsi unito agli elettori e la coerenza dimostrata da Fratelli d’Italia in questi anni di sicuro aiuterà. Attorno a noi si può ricostruire la coalizione, ma c’è molto da fare».
Detto questo, per De Carlo è importante che il territorio bellunese punti ad essere più rappresentato possibile, a prescindere dalle posizioni: «Per avere il massimo dei rappresentanti bellunesi bisogna che tutti i partiti dimostrino il loro impegno. Anche il Partito Democratico deve dimostrare di voler bene a Belluno e non lo dico come provocazione, ma perché penso che sia davvero importante per la provincia».
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