Il Cessna si schianta 4 morti tra le fiamme

Passo Ombretta: virata in extremis, poi l’aereo precipita a quota 3mila metri Altoatesine le vittime. Il decollo pochi minuti prima dall’aeroporto di Bolzano
I resti del Cessna caduto ad un chilometro e mezzo in linea d'aria sopra il rifugio Contrin, appena sotto il passo dell'Ombretta, 17 agosto 2013. Si è schiantato alla base della parete sud-ovest della Marmolada. ANSA/UFFICIO STAMPA +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++
I resti del Cessna caduto ad un chilometro e mezzo in linea d'aria sopra il rifugio Contrin, appena sotto il passo dell'Ombretta, 17 agosto 2013. Si è schiantato alla base della parete sud-ovest della Marmolada. ANSA/UFFICIO STAMPA +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++

ROCCA PIETORE. Una palla infuocata che precipitava verso la roccia. Così il turista che ha dato l’allarme al 118 di Pieve di Cadore ha descritto la scena che vedeva con i suoi occhi ma che sembrava irreale. Purtroppo era tutto vero e stava raccontando in diretta la morte di quattro persone che erano partite solo pochi minuti prima da Bolzano a bordo di un Cessna 172. Un volo turistico organizzato per vedere dall’alto le Dolomiti e che è finito in tragedia sulla Marmolada, a pochi passi dal bivacco Dal Bianco al passo Ombretta. Quattro altoatesini di Nova Ponente hanno trovato la morte carbonizzati. Si tratta di tre uomini e una donna. Il pilota si chiamava Peter Brunner. Gli altri tre sono Stefan Mahlknecht, Debora Mair e Harald Ebniker. I soccorritori non hanno potuto fare nulla quando sono arrivati a quasi quota tremila metri. Solo nel tardo pomeriggio è stato possibile riportare a valle le salme, ricomposte nella camera mortuaria di Pozza di Fassa.

La partenza.Il Cessna 172 (con immatricolazione tedesca e di proprietà dell’aeroclub di Bolzano) era partito alle 15.23 dal capoluogo altoatesino. All’aeroclub spiegano che doveva essere un volo turistico breve, di un’oretta o poco più per sorvolare le Dolomiti e provare l’emozione di vedere uno dei patrimoni dell’umanità dall’alto. Nella prima parte del viaggio pare non ci siano stati problemi fino a quando l’aereo non è arrivato sulla Marmolada. Qui forse il pilota è stato tradito da una corrente - che gli esperti di parapendio dicono essere particolarmente forte sul passo - o forse quando è arrivato all’Ombretta era troppo basso per superare il passo. Ha cercato di tornare indietro, ma non c’è riuscito.

La tragedia. Alle 16 la telefonata d’allarme al 118. L’aereo è stato visto da più persone fra le quali i tanti turisti che ieri affollavano il rifugio Contrin. Il velivolo è caduto a un chilometro e mezzo in linea d'aria sopra il rifugio ed è stato visto arrivare dalla direzione di passo San Nicolò volando molto basso, più della quota del passo dell'Ombretta. A quel punto la tragedia: un tentativo di virata non riuscito per la valle molto stretta ed è avvenuto lo schianto.

I soccorsi.Numerose sono le telefonate d’allarme che sono arrivate a diversi 118 visto che la zona si trova all’incrocio delle province di Trento, Belluno e Bolzano. Sul posto sono arrivati gli elisoccorsi trentini, quelli del Suem e l’Aiut Alpin. Impegnati in quota anche gli uomini del vigili del fuoco e del soccorso alpino. Fra questi ultimi Stefano e Igor (della sezione dell’Alta Fassa) che hanno raccontato come dell’aereo fossero rimaste integre solo le ali mentre il corpo centrale era stato divorato dalle fiamme. Armati solo di estintori hanno lavorato per spegnere l’incendio ma purtroppo per i quattro corpi rimasti incastrati fra i rottami non era possibile fare nulla. Le fiamme erano altissime, segno che il velivolo era ancora pieno di benzina al momento dello schianto.

Il recupero.Solo nel tardo pomeriggio - dopo il nulla osta arrivato dalla pm di turno a Bolzano Licia Scagliarini, salita in quota - è iniziato il recupero dei corpi che sono stati caricati sugli elicotteri e portati a valle. Qui sono stati accolti dalla camera mortuaria di Pozza di Fassa, mentre quello che resta dell’aereo è stato lasciato al passo dell’Ombretta.

Le inchieste. Due le inchieste aperte. Da una parte c’è quella della procura di Trento e quella dell’Agenzia nazionale per la sicurezza al volo che ha mandato sulla Marmolada un suo investigatore.

Mara Deimichei

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