Il cinema Piave passa dalla pellicola al sistema digitale

SANTO STEFANO DI CADORE. Giuseppe Tornatore ci farebbe un film: Nuovo Cinema Piave. A Santo Stefano di Cadore, invece, Luigi Tonon, classe 1927, ci ha fatto una vita. Su e giù dalle scale, dalla biglietteria alla cabina del proiezionista: 61 anni di attività da quel febbraio 1952 in cui spense le luci in sala ed avviò le prime immagini del film “Dagli Appennini alle Ande”. Ed oggi, che i film si possono vedere, in quantità industriale e senza soluzione di continuità, non solo sulle televisioni, ma anche sui telefonini e sui tablet, in modalità mobile, lui scommette ancora sul fascino della sala cinematografica.
Non abbandona, anzi rilancia, e da domani, all'età di 86 anni (portati egregiamente) passa dalla pellicola al digitale. «Non voglio lasciare questa attività che è la mia vita», spiega Luigi Tonon, «ma soprattutto non voglio che il nostro paese perda la sua sala del cinema. È un servizio che metto a disposizione del Comelico ed anche del Cadore, una bandiera che non voglio ammainare. Così, insieme alla nuova macchina da proiezione, ho attivato anche l'abbonamento Open Sky, che mi consente di proiettare non solo film, ma anche concerti, eventi sportivi, manifestazioni live». Un investimento di 60.000 euro, che conta di recuperare al 50% con i fondi regionali ed altri contributi.
«Non ho fatto tanti conti, ho deciso col cuore, soprattutto per tenere alto il nome di Santo Stefano», sorride convinto. «Negli anni d'oro si faceva il pienone, 380 posti tutti occupati la domenica, sia allo spettacolo pomeridiano che a quello serale. Poi è arrivata la tv...». Ed i dati delle sale sono in continuo calo, figuriamoci in un paesino di montagna. «Sì, un po' di malinconia viene quando si staccano 10/15 biglietti a serata. In stagione turistica si arriva forse a 40 in qualche occasione. Ma che si deve fare? Rinunciare? No davvero».
E allora Luigi, insieme al figlio Paolo che a Santo Stefano è anche vicesindaco, spulcia quotidianamente l'elenco dei film in uscita che gli stampano da internet e decide la programmazione rivolgendosi ai distributori. «Minimo mi chiedono 150 euro a film, io li proietto per tre o quattro giorni e così via». Domani, per il primo spettacolo in digitale alle 17, ha scelto “Turbo” perché, dice, «i cartoni animati appassionano i bambini e trainano anche le famiglie».
Di film ne ha visti tanti, ed ha amato soprattutto quelli popolari, da botteghino. «Di Fellini mi è piaciuto Amarcord, gli altri troppo intellettuali. Così come Visconti, troppo difficile per la nostra piazza. Meglio, molto meglio, le pellicole di cappa e spada, tormento ed estasi, grandi amori e passioni, che una volta facevano sognare ad occhi aperti. E la gente usciva dalla sala cinematografica ancora affascinata dalle immagini. E poi i comici, che di solito vanno sempre bene». E così, con in mano la lunga lista dei nuovi arrivi, Luigi Tonon si guarda intorno e chiude a chiave il cinema. Tutto è a posto per la proiezione serale, l'ultima prima dell'avvento del digitale. «La mia», spiega con una punta di orgoglio, «è proprio una bella sala cinematografica».
Una sottolineatura piena di orgoglio, mentre si appresta a vivere una nuova era della cinematografia con la curiosità di un bambino. Via Venezia 19 a Santo Stefano di Cadore. Nuovo Cinema Piave.
Stefano Vietina
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