Il Codivilla diventa totalmente privato

La novità contenuta nelle schede ospedaliere diffuse ieri. Toscani perplesso: «La questione è ancora aperta»

BELLUNO. Il Codivilla di Cortina diventerà una struttura privata accreditata ad indirizzo extraregionale, da assegnare con gara pubblica. Dovrà garantire il mantenimento dei servizi ambulatoriali per i residenti.

È una nota a pie’ pagina sulla scheda ospedaliera della Usl 1 relativa a Cortina, a rappresentare una delle novità della delibera della giunta regionale diffusa ieri. Lo ammette anche il direttore generale Faronato, quanto dice laconico che il destino di Cortina «è una delle novità» delle schede regionali, rimandando ogni altra spiegazione ad una conferenza stampa in programma per questa mattina nella sede dell’Usl.

Ospedale totalmente privato? «È tutto da vedere - fa sapere Matteo Toscani - la legge finanziaria ha sentenziato che l’ospedale di Cortina è tornato pubblico. La delibera della giunta dice che sarà una struttura privata. Per quello che ne so io, una legge regionale viene prima di una delibera di giunta. La questione di Cortina è ancora in alto mare». Toscani protesta anche per la mancanza del primario di radioterapia a Belluno: «Penso sia solo una svista che verrà sistemata». E ne ha anche verso i comitati: «Dicono che le proteste sul ponte Cadore hanno fatto cambiare idea alla giunta. Ho visto le schede sei mesi fa, e l’impianto di oggi è lo stesso. Le proteste non hanno cambiato proprio nulla».

Ecco un sunto delle schede ospedaliere che sono state rese pubbliche ieri, reparto per reparto, primario per primario.

Ospedale di Belluno: area medica 138 posti letto, 9 primari; area chirurgica 91 posti letto, 5 primari; area materno - infantile 36 posti letto, 2 primari; terapia intensiva 21 posti letto, 1 primario; area di diagnosi e cura (pronto soccorso, direzione medica, farmacia, analisi, radiologia, ed altro) 7 primari; area riabilitativa 26 posti letto con 1 primario. In totale l’ospedale di Belluno avrà 312 posti letto e 25 primari.

Ospedale di Pieve di Cadore: area medica 32 posti letto e 1 primario; area chirurgica 20 posti letto e 1 primario; area materno infantile 7 posti letto; anestesia 2 posti letto (primario condiviso con Agordo); area di diagnosi e cura 3 primari. La direzione medica di Pieve è condivisa con Agordo. Area riabilitativa 23 posti letto. Totale di Pieve: 84 posti letto e 5 primari.

Ospedale di Agordo: area medica 20 posti letto e 1 primario; area chirurgica 26 posti letto e 1 primario; anestesia e rianimazione 1 primario; area di diagnosi e cura 1 primario.

In totale l’ospedale di Agordo ha 76 posti letto con 4 primari.

Tagli contenuti? Situazione positiva? I Comitati di salute pubblica della provincia di Belluno non sono d’accordo.

Ieri, per spiegare meglio la loro opinione hanno diffuso una tabella, che pubblichiamo qui sopra, in cui mettono a confronto i posti letto del 2005 con i posti letto del 2013. Quelli del 2005 sono i dati del piano socio sanitario regionale, che vengono messi a confronto con i dati delle schede regionali attuali. A Belluno si passa da 680 posti letto nel 2005, ai 600 attuali, ai 542 che si avranno entro il 2015. A Feltre si passa dai 422 nel 2005 ai 349 attuali, per finire con i 359 del 2015.

Per quanto riguarda i primariati, alla Usl 1 erano 43 nel piano sanitario del 2005. Nella Usl 2 erano 21 nel 2005, con oncologia mai applicata; saranno 22 in futuro.

Questi dati sono stati diffusi dal coordinamento dei comitati di salute pubblica.

«Le schede regionali sono un elemento assolutamente provvisorio - aggiungono - infatti a definire i parametri è il nuovo piano socio sanitario (approvato nel luglio 2012), mentre le schede possono essere cambiate ogni volta che si vuole con molta facilità». «È il piano socio sanitario che ha condannato Feltre ad essere un ospedale di serie C ma questo dato sarà valutabile solo nel 2015. È il piano socio sanitario che ha stabilito la parificazione dei posti letto tra pianura e montagna assegnando il 3 per 1000, quando il piano sarà reso operativo completamente questi sono i dati che ci saranno nei nostri ospedali».

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