Il coltivatore di cannabis resta in carcere
VALLE DI CADORE. Il coltivatore di cannabis resta in carcere. Non si muove da Baldenich. L’arresto del 50enbe di Venas, scoperto dai carabinieri di Cortina e Pieve a curare 137 chili di piante di marijuana nel giardino di casa, è stato convalidato dal gip Federico Montalto. Confermata la misura cautelare. La procura della Repubblica aveva chiesto che rimanesse dentro e così è stato, malgrado i difensori Marianna Hofer e Francesca Da Col avessero proposto la scarcerazione, perché il pericolo di fuga non esiste, d’inquinamento delle prove non se ne parla e anche la ripetizione del reato diventa improbabile.Già annunciato il ricorso al tribunale del Riesame.
L’udienza di convalida si è svolta ieri mattina, nella casa circondariale cittadina e l’indagato ha risposto alle domande che gli sono state poste. Da quanto si è saputo, ha continuato a essere collaborativo, come quando si era offerto di aiutare i carabinieri a estrarre dal sottosuolo le piante che aveva cercato prima di bruciare, ma con scarsi risultati, e poi di nascondere.
Ha confermato di essere un consumatore appassionato di cannabis e di non avere alcun interesse a spacciarne. La perquisizione nella sua abitazione ha permesso ai militari di trovare anche una ventina di grammi di marijuana già essiccata e pronta per l’uso, oltre a due bilancini elettronici di precisione; ma, ad ascoltare i suoi legali, nemmeno tutto questo autorizza a pensare che l’uomo si dedicasse anche all’attività di spaccio, oltre a quella di coltivazione e detenzione.
L’operazione dei carabinieri era scattata con urgenza nella tarda mattinata di giovedì, quando improvvisamente la quasi totalità della piantagione era apparentemente sparita, dopo che solo il giorno prima era stata osservata in tutta la sua floridezza. Informata la procura, i militari si sono organizzati e presentati nell’abitazione accanto, dove hanno trovato il padrone di casa indaffarato con alcune piante che non erano certo ornamentali. Nel campo, ne era rimasta una dozzina con alcuni esemplari alti anche più di due metri. Poco distante, una piccola baracca prefabbricata, all’interno della quale c’era una serra per l’avviamento alla coltivazione, con fari alogeni, impianto d’irrigazione, fertilizzante e misurazione di ph. Parte delle piante già adulte erano bruciacchiate e le altre sono state trovate a colpi di piccone. Saranno pesate, in un vicino supermercato: 137 chili, dei quali 30 di foglie. Un potenziale guadagno di 250 mila euro, in caso di vendita al dettaglio della sostanza stupefacente, partendo da un valore base di nove euro al grammo.
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