Il Comelico si ribella a Mw «Cosa sanno loro di noi?»
PADOLA. «Ma chi sono questi fantomatici esponenti di Mountain Wilderness? Quanti sono, dove vivono? Cosa sanno del Comelico? E perché, invece di trovarsi furtivamente con qualche esponente delle Regole, non indicono un incontro e spiegano le loro ragioni, lasciando a noi di spiegare le nostre?»
Sta montando una vera e propria rabbia nella popolazione di Comelico Superiore a fronte delle ripetute prese di posizione di Mw, «che pare voglia usare la nostra valle», sottolinea Elvio Sacco Sonador, titolare del ristorate pizzeria Skay di Padola, gestore del Kral Ladin, nonché proprietario di un B&B, «per farsi pubblicità. Ma non hanno altro a cui pensare? Se sono di Trento, che pensino al loro territorio e lascino in pace chi da anni sta aspettando il riscatto e vede nel collegamento con la Pusteria l'unica possibilità per evitare lo spopolamento. Adesso è ora che la facciano finita».
Dello stesso avviso Patrizia Tonon, albergatrice dell'hotel Comelico di Padola, che su Facebook ha messo un post particolarmente esplicito: «Mountain Wilderness, ma chi siete? Che arroganza, quanta superficialità... Sapete, sì, che il Comelico si sta rapidamente spopolando, impoverendo; che i giovani se ne sono andati e che centinaia di persone tutti i giorni vanno a lavorare in Alto Adige; che quelle poche attività commerciali ed alberghi stanno cercando di resistere da anni e che sono allo stremo... e che per loro questa è l'ultima occasione? Ma chi siete? Come vi chiamate, dove vivete, che lavoro fate? I paladini dell'ambiente... gli unici che sanno cosa è giusto e cosa è sbagliato; ma chi credete che abbia mantenuto l'ambiente meraviglioso in Comelico? Voi e i vostri proclami? No, la gente che da sempre con sacrificio ha abitato e mantenuto il suo territorio naturale e che ne conosce benissimo il valore senza bisogno che veniate voi a fare le vostre presuntuose lezioncine, di come si mantiene l'ambiente. Fatelo a casa vostra».
« Mi dà molto fastidio», commenta poi Daniele Zandonella, titolare dell'albergo Bellavista di Dosoledo, «che gente che non è di qui, e soprattutto che non vive la quotidianità della montagna bellunese, si permetta di insegnare a noi come gestire un territorio che, lo dicono loro stessi, abbiamo finora salvaguardato. Invece di attaccarsi a cavilli burocratici per bloccare un'iniziativa avviata ormai da anni, e che vede favorevoli tutte le componenti della nostra vallata, a cominciare dagli amministratori pubblici, e lo dico io che sto all'opposizione in Comune, le Regole, le associazioni di categoria, i semplici cittadini, c'è un modo molto semplice e democratico che questi signori dovrebbero adottare: candidarsi alle prossime elezioni con un programma chiaro, che abbia al primo punto il blocco del collegamento, e farsi eleggere. Dopo, solo dopo, potranno parlare».
Qual è l'aria che si respira in paese?
«La gente è arrabbiata nera: da anni aspettiamo lo sviluppo del turismo grazie a questo collegamento, un volano davvero fondamentale, che ci farà sopravvivere in montagna. E questi signori cosa propongono in alternativa? I pellegrinaggi a Maria Luggau... Ma siamo pazzi? Vanno bene anche quelli, come i sentieri delle malghe ed i tracciati della Grande Guerra, ma non bastano certo. E non si rendono nemmeno conto, quelli di MW, che l'impianto di risalita di Padola è rimasto aperto anche in estate e che funziona già come traino anche per il turismo estivo, per chi passeggia e per chi va in mountain bike; ovvero proprio per quel turismo che loro dicono di volere, che c'è già e che gli impianti di risalita, che non deturpano per nulla il paesaggio, non potranno che valorizzare di più».
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